Spese arretrate: salasso per i centri anziani

Dal Comune gli è stato chiesto di saldare somme considerevoli che vanno dai 10mila a oltre 31mila euro: scatta la protesta

Spese arretrate: salasso per i centri anziani

Spese arretrate: salasso per i centri anziani

C’era una volta la fascia debole per antonomasia, quella della terza età, quella che l’amministrazione si premurava di tutelare e sostenere, favorendo l’aggregazione nei centri sociali a loro riservati. C’era, appunto. Perché adesso, questa fascia debole deve farsi forte un bel po’ visto che, non solo se vuole andare ai soggiorni termali deve sostenere costi aumentati di 100 euro rispetto allo scorso anno, ma dall’oggi al domani, i centri sociali (si contano almeno 500 soci) sono diventati debitori del Comune. E debitori di che tinta. Dal Comune gli è stato chiesto di saldare somme considerevoli che vanno dai 10mila euro (per Cascinare dove il centro non c’è più e pare ci sia la volontà di riorganizzarlo), agli altri 10 mila per quello del centro, a oltre 14mila euro per Casette, ai 31mila euro (per il centro sociale Angeli, al capoluogo). Importi conteggiati retroattivamente, dal 2011 a fine 2022. Una tegola per i centri sociali i cui associati sono rimasti basiti, amareggiati, arrabbiati e, soprattutto, preoccupati quando il messo comunale ha recapitato loro la missiva, a firma di Alessandra Gramigna (responsabile Area 6, incaricata della ricognizione dello stato delle convenzioni e/o contratti e della regolarità dei pagamenti di chi utilizza beni comunali) in cui si comunica di dover far fronte a quello che, per i loro magri bilanci, è a tutti gli effetti un ‘salasso’. Non solo: se finora valeva il comodato d’uso gratuito per le sedi dei centri in locali pubblici, adesso viene meno anche questa ‘concessione’ visto che, nella stessa missiva, si comunica che è in fase di redazione un contratto per l’uso dei locali, prevedendo un canone agevolato (bontà loro) di 0,50 euro/mq. Ma ancora non basta: l’intimazione ai centri è di provvedere, entro un mese, alla volturazione delle utenze di luce e gas che, finora, erano intestate al Comune. Richieste che hanno fatto sgranare gli occhi agli sbigottiti utenti dei centri che, in mancanza di chiarimenti e rettifiche su pretese tanto inattese quanto incomprensibili, si danno una sola via di fuga: "Riconsegniamo le chiavi al Comune e poi facciano loro. A questo punto, chi ce lo fa fare a mantenere in vita i centri?". Un’amarezza ancora più grande considerato che "quando ci siamo incontrati con gli amministratori comunali, lo scorso gennaio, ci era stato solo detto che l’ente faceva fatica a sostenere i costi delle utenze (che impattano sul bilancio per la ragguardevole cifra di 1000 - 2000 euro annui, ndr) e che queste sarebbero passate in carico ai centri da quest’anno in poi. Un impegno che eravamo in grado di mantenere. E invece, ci ritroviamo con questa richiesta abnorme". E le domande sono tante. Incongruenze che hanno disorientato gli anziani che hanno provato a capire: "Qualche amministratore ci ha rassicurato, spiegandoci che sono comunicazioni d’ufficio di prassi, che non dovremo pagare e che potremo commutare questi importi con la cura degli spazi verdi e pubblici adiacenti le nostre sedi. Ma lo facciamo da sempre, di nostra volontà, gratuitamente. E se questo è, che senso ha chiederci, oggi, 31mila euro (per il centro sociale Angeli) o 14.600 (per Casette) per poi scomputarli in parecchi anni a venire?". Diversa la situazione per il Centro Giovanile Casette che ha le utenze a carico (e il comodato d’uso per i locali dell’ex scuola media) e che pare abbia compensato con interventi sull’immobile.

Marisa Colibazzi