
Strage dei tedeschi nel 1944, una targa per don Giulietti
Oggi nella piazza di Montottone, dove è una lapide a ricordo di Mario Cifola, ucciso dai tedeschi il 15 giugno 1944 mentre si recava a consegnare un dispaccio al capo dei partigiani, sarà scoperta una targa in memoria di Don Ettore Giulietti che in quell’occasione salvò oltre 200 persone. Nel corso della commemorazione, promossa ogni anno dall’Amministrazione Comunale per ricordare il sacrificio di Cifola, sarà presentato il libro ’Il Paradiso non si compra mai troppo caro’, scritto dalla professoressa Annelise Nebbia di San Benedetto, appassionata di ricerche sulla II guerra mondiale. Durante un viaggio in treno, come si legge dalle prime pagine, il Giulietti incontrò Don Orione che lo redarguì aspramente quando sentì che si proclamava ateo. Qualche mese dopo questi abbracciò la vita consacrata nella famiglia spirituale orionina. Divenne, poi, parroco di Santa Maria Segreta a Milano, dove rimase fino al 1979, anno della sua morte. Nel giugno 1944 Giulietti era sfollato con la sorella e la madre a Sant’Anna di Monte Rinaldo, dove aveva possedimenti di famiglia. Il 15 giugno decise di andare a Montottone per sentire la messa e ricompensare una persona che aveva trovato e restituito una penna stilografica. Lo fece nonostante la sorella lo avesse supplicato di non andare, avendo saputo che in paese i partigiani avevano lanciato una bomba: Don Giulietti arrivò nella piazza proprio quando i tedeschi stavano per fucilare 200 persone rastrellate per rappresaglia. Il capitano lo invitò a fare da interprete, il che cambiò il corso degli eventi perché il sacerdote chiese di poter far confessare sei giovani – compreso Cifola – nel vicino edificio occupato da alcuni frati. Cifola, vista una finestra che dava sull’orto, cercò di fuggire ma fu mitragliato e ucciso". Don Ettore fece leva sui sentimenti cattolici del Capitano tedesco: "Se fucilerà tutta questa gente – disse – l’avrà per sempre sulla coscienza perché la persona che stavate cercando è morta". Uno stratagemma che permise di salvare così tante persone. Ora per Don Ettore, a distanza di 80 anni, arriva il meritato riconoscimento.