Ultimo saluto a Marco Corvatta: "Eri il professore di tutti noi"

Toccante cermonia nella chiesa di San Giuseppe per dare l’addio al 28enne morto per un malore la mattina di Capodanno. Il ricordo e l’abbraccio degli amici.

Ultimo saluto a Marco Corvatta: "Eri il professore di tutti noi"

Ultimo saluto a Marco Corvatta: "Eri il professore di tutti noi"

Non esiste una chiesa abbastanza grande per contenere l’addio a chi è stato molto amato. Di certo non c’è uno spazio capace di contenere tutto il dolore per l’addio a Marco Corvatta, il 28enne morto all’improvviso la mattina del 1 gennaio. E allora gli amici, tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, tutti quelli che gli hanno voluto bene hanno riempito dentro e fuori la chiesa di San Giuseppe, a Marina Palmense, un piccolo paese che si è ritrovato nel ricordo di Marco che parlava forte e abbracciava tutti, Marco che aiutava sempre chi aveva bisogno, professore di talento e pizzaiolo instancabile. Marco che amava Pasolini e la sua poesia preferita è per la mamma Giuliana. È il saluto che Marina Palmense tutta ha voluto dare a Marco Corvatta, lui che se n’è andato dopo aver trascorso una serata serena e semplice con gli amici. Quegli amici che hanno riempito la chiesa di San Giuseppe Artigiano e poi anche il sagrato, gli occhi lucidi e l’aria attonita, ad abbracciare in silenzio mamma Giuliana e la sorella Valentina. Il vice sindaco Mauro Torresi fa le prime letture, lui che a Marco voleva bene, con tutto il dolore di una perdita che non si spiega. Don Francesco non ha parole di conforto se non nella speranza che la fede e il cielo aiutino chi resta a capire quello che è successo, a colmare la mancanza: "Siete passati in tanti in questi giorni, in tanti siete qui, l’unica cosa che mi sento di dire è di affidarsi a Gesù Cristo, a credere nel cielo perché altrimenti quello che abbiamo vissuto non avrebbe senso".

Le offerte sono per la famiglia di Marco che si trova oggi senza una colonna vera, mamma Giuliana chiede di poter restare in silenzio, in quello che è il dolore umano più grande, insopportabile, indecifrabile. Gli amici alla fine prendono la parola, lo salutano tra le lacrime e col suo soprannome, ‘corvo’, lo ricordano come una persona luminosa che continuerà a brillare, nel cuore di tutti. Andrea era a New York quando Marco si è sentito male: ‘Ci siamo sentiti per gli auguri la notte di capodanno, mi hai detto che tu ti stavi divertendo più di me perché avevi una normale serata con gli amici veri, semplice com’eri tu. Tu che ami la famiglia, gli amici, la vita e tutti coloro che sono in difficoltà. Avevi per tutti parole di conforto mai banali, ci hai insegnato a vivere. Eri il professore di tutti noi, un passo avanti sempre, a portare sofferenze e responsabilità senza mai lamentarti. Hai reso la vita meravigliosamente perfetta semplicemente sorridendo. Eri un puro e di persone come te il mondo ha davvero bisogno. Ti dicevamo sempre ‘abbassa ‘sa voce che se sente solo a te’, il tuo animo però era caldo e amorevole, puro come quello di un bambino. Il primo gennaio sarà sempre il tuo giorno, mancherai come l’aria’. La conclusione è per Giuliana, con le parole di Pasolini: ‘E’ difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore’.

Angelica Malvatani