Appello ai quattro rivali: "Facciano le primarie"

La proposta di uno storico dirigente del Pci ai candidati del centrosinistra "Saranno così i cittadini a scegliere chi correrà per le elezioni amministrative".

Appello ai quattro rivali: "Facciano le primarie"

Appello ai quattro rivali: "Facciano le primarie"

Pietro Franesi, 70 anni, venne mandato come viaggio premio a Mosca nell’anniversario della rivoluzione d’ottobre. Era il 1972, lui era un ragazzo. Era riuscito, forza di volontà e fede militante, a convincere 1200 persone ad iscriversi al Pci, a Copparo. "Altri tempi – dice, amareggiato –. Allora solo a Copparo c’erano 3mila iscritti. Adesso sono 2mila in tutta la provincia". E proprio da lui – dirigente del Pci dal 1972 al 1984, segretario di sezione a Copparo, poi in quello che veniva chiamato il mandamento, ancora nella segreteria provinciale responsabile della sezione economica – arriva un appello. Pronunciato con forza. A pochi mesi dal voto. "La mia è una storia di sinistra, che non solo non rinnego – la sua premessa – ma di cui vado orgoglioso. Evito ogni giudizio sui comportamenti dei partiti ferraresi e degli eventuali candidati dell’area di centrosinistra. Nonostante i loro comportamenti abbiamo la fortuna, si fortuna perché non ce li meritiamo, di avere 4 ottimi candidati: Anselmo, Calafà, Marattin e Fusari". Dopo la premessa, l’appello. "Mi limito a fare una semplice domanda – riprende –. Perché unao di questi 4 lo devono scegliere poche decine di persone, autonominatosi ‘Il tavolo dell’alternativa’? Non sarebbe il caso di indire delle primarie per far scegliere la candidata o il candidato agli elettori?

Sarebbe una grande lezione di democrazia e si rafforzerebbe la possibilità di vincere le elezioni". Franesi fa una pausa, torna al passato, lui che frequentava la scuola delle Frattocchie quando c’era Napolitano. Anno 1984, il congresso. "Entrai in urto con Antonio Rubbi, il segretario di Ferrara. Mi allontanarono". Se ne va in Sicilia a fare la campagna elettorale. Il suo mondo a quel punto diventa l’arte. "Vado alla ricerca di talenti, dall‘Afghanistan al Sud Africa, espongo le loro opere, avevo due gallerie d’arte. La prima a Palazzo Bovi a Bologna, la seconda a New York. NY1Art Gallery, era sulla 25 Street. Organizzai la Biennale d’Arte Contemporanea a New York", ricorda, il suo cuore che batte ancora a sinistra. "Ne sono fiero", dice. E torna alle primarie. "Che qualcuno non si azzardi a dire che non ci sono i tempi. Ci sono. Investire nella sanità pubblica, sicurezza idrogeologica e personale, vendita delle società pubbliche, questi i temi che interessano i ferraresi. Mi auguro che altre voci si levino sulla richiesta delle primarie. Poi vinca la o il migliore".