Assistenza nella bufera Infermieri di comunità, i medici di base: "Ingerenze indebite"

Lettera della Fimmg ai camici bianchi e all’azienda, scoppia il caso. I sindacati insorgono, l’Ausl: "Nessuna segnalazione di irregolarità". Levato: "Malessere diffuso nella categoria ma non vogliamo una rottura".

Assistenza nella bufera  Infermieri di comunità,  i medici di base:  "Ingerenze indebite"

Assistenza nella bufera Infermieri di comunità, i medici di base: "Ingerenze indebite"

di Federico Malavasi

La scintilla scocca da una lettera. Poche righe inviate a duecento medici di base e all’azienda sanitaria, sufficienti a scatenare un incendio. Il mittente è la Fimmg, il sindacato dei medici di base di cui è segretario Claudio Casaroli. L’oggetto è l’infermiere di comunità, figura introdotta dall’Ausl per potenziare l’assistenza sul territorio. Una professionalità "importante", secondo Casaroli, ma che in certi casi "gioca a fare il dottore, creando una turbativa nel rapporto medico-paziente". Ma è nella lettera che il sindacato centra il cuore del problema. "Da alcuni mesi – si legge nella missiva – stanno pervenendo crescenti segnalazioni su ingerenze indebite e spesso turbative del rapporto di fiducia medico di medicina generale-paziente perpetrate da alcuni infermieri di comunità dell’azienda Usl finanche al limite del reato di esercizio abusivo della professione medica". Apriti cielo. La prima levata di scudi arriva dai sindacati confederali, seguita dalla secca replica dell’Ausl e dalle parole di Francesco Levato (componente del direttivo della Fimmg e neo nominato referente del Distretto e del Dipartimento cure primarie) che invita a "evitare una rottura tra medici e direzione generale" cercando una via di mediazione.

La lettera. Il ‘caso infermieri’, si diceva, parte dalla comunicazione della Fimmg. Il sospetto della sigla è che dietro all’infermiere di comunità possa esserci "la malcelata idea di creare una nuova figura professionale che possa essere sostitutiva del medico di medicina generale". Nella lettera inviata ai camici bianchi, il sindacato invita quindi a "farsi mettere per iscritto su carta datata e firmata ogni parere, proposta o indicazione che dovesse pervenire loro direttamente o indirettamente dagli infermieri di comunità" e a inviare "immediata segnalazione" sia ai propri referenti di Distretto che all’Ausl.

Le reazioni. La prima risposta alla missiva della Fimmg arriva da Cgil, Cisl e Uil. I sindacati confederali, indicando "l’integrazione" come "elemento fondamentale delle reti tra operatori sanitari", parlano di "un medico di base solo in difesa e lontano dal sistema, ancorato a logiche ormai superate". L’approccio della sigla dei medici di medicina generale "rischia di determinare l’isolamento dei professionisti da loro rappresentati che, al contrario, meritano molto di più in relazione al ruolo che hanno nella rete dei servizi". La replica dell’Ausl è affidata alla Direzione infermieristica e tecnica. "L’approccio che sottende all’attivazione degli infermieri di comunità è l’integrazione con i medici di medicina generale – spiegano da via Cassoli –. Non sono giunte all’attenzione dell’azienda situazioni di ingerenze da parte degli infermieri nell’attività dei medici che, qualora fossero state segnalate, sarebbero state valutate nelle sedi dedicate". L’Ausl si riserva comunque di "verificare puntualmente" se tali episodi abbiano avuto luogo.

La mediazione. Un primo tentativo di placare gli animi dopo un giorno di botta e risposta arriva da Levato. Per prima cosa, il medico precisa due aspetti. Primo, dalle frasi di Casaroli emerge "il malessere di una categoria" e non "la ripicca del segretario per una mancata nomina" nell’azienda sanitaria. Sull’importanza dell’integrazione, Levato non discute ("Lo dimostrano l’assistenza domiciliare con infermieri e palliativisti, le vaccinazioni Covid, il lavoro nelle case famiglia"), ma si sofferma sul rischio di "intendere questa figura come autonoma, in sostituzione dei medici di base". Detto ciò, conclude, "non serve una rottura con l’azienda. Di questi temi parleremo in un incontro con la direttrice generale Monica Calamai, nel quale esporremo la nostra posizione di collaborazione, ma sempre nel rispetto dei ruoli previsti dalla legge".