Bandiere e slogan di rabbia: "Non si può ancora morire di lavoro. Uniti perché non succeda mai più"

Manifestazione davanti alla sede di Confindustria in via Montebello, lo sciopero dichiarato da Cgil e Uil

Bandiere e slogan di rabbia: "Non si può ancora morire di lavoro. Uniti perché non succeda mai più"

Bandiere e slogan di rabbia: "Non si può ancora morire di lavoro. Uniti perché non succeda mai più"

Mentre scriviamo si consuma una tragedia nella tragedia. La conta delle vittime della strage di Suviana, probabilmente, non è ancora finita. Sommozzatori e soccorritori sono ancora all’opera, incessantemente, alla ricerca dei dispersi.

E i sindacati, Cgil e Uil, affollano le piazze d’Italia per chiedere a gran voce lo stop alle morti sul lavoro, imputando alla politica diverse responsabilità sotto questo profilo. Succede anche a Ferrara, in cui un folto gruppo di rappresentanti sindacali e lavoratori, ieri pomeriggio ha aderito allo sciopero generale indetto a livello nazionale dalle due sigle confederali manifestando davanti alla sede di Confindustria in via Montebello. L’esplosione della centrale al lago nel territorio bolognese ha creato un’onda emotiva sulla quale anche i segretari di Cgil e Uil estensi avviano diverse riflessioni, chiedendo risposte chiare. "Il presidio è stato molto partecipato e lo sciopero generale sta riscuotendo una larga adesione tra i lavoratori – scandisce Veronica Tagliati, segretaria della Cgil – . A fronte del dramma di Suviana, è evidente che il tema della sicurezza sul lavoro ha tenuto banco tra gli interventi e tra le istanze portate avanti dai lavoratori. È emersa, infatti, un’esigenza impellente e non più rinviabile: sto parlando della necessità di creare le condizioni per un nuovo modello sociale di fare impresa". Secondo la sindacalista occorre "restituire al lavoro la dignità perduta". Perché non si può "in nome del profitto, sacrificare ogni anno decine e decine di lavoratori". Per invertire questo trend occorrono "regole chiare, ma soprattutto da applicare a tutti". Erga omnes. È chiaro, in questo senso, il riferimento alla questione degli appalti e, soprattutto, alla catena dei subappalti. "Il codice degli appalti – dice Tagliati – deve valere non solo per quelli pubblici ma anche per quelli privati. Va fermata la catena infinita degli appalti a cascata che penalizzano profondamente i lavoratori e ne sacrificano, nella maggior parte dei casi, la sicurezza. Questo concetto lo deve aver ben chiaro anche il mondo produttivo". Di qui l’idea di manifestare davanti alla sede dell’associazione datoriale. "C’è un grido, al di là della sicurezza, che arriva dal mondo produttivo ferrarese – conclude – . Ci sono tantissime aziende nella nostra provincia che hanno introdotto gli ammortizzatori sociali. La situazione è preoccupante". Massimo Zanirato, numero uno della Uil nel solco bombardieresco tracciato dal leader sindacale nazionale, spara a zero sulla politica. "La ministra Caldarone non sa cosa sia il lavoro – attacca – . La nuova patente a crediti per l’edilizia è una follia: quanti crediti vale una vita umana?". La domanda è ferocemente retorica. Ma il punto è molto chiaro. "Siamo stanchi – prosegue – della politica che manifesta solidarietà ai lavoratori dopo le tragedie come quella di Suviana. Hanno tutti gli strumenti per invertire la rotta, ma non è certo sufficiente investire due milioni per assumere gli ispettori del lavoro. E nel frattempo ne stanzi seicento per gli agricoltori. Forse, dobbiamo bloccare il Paese anche noi per ottenere ascolto". Anche Zanirato, sui subappalti, è netto. "È una catena infernale. A rimetterci sono sempre i lavoratori. Di bare, ne abbiamo già abbastanza".