"Biossido di azoto, picchi in costante calo"

"La riduzione delle emissioni primarie, quindi anche quelle dei veicoli, possono aver contribuito al miglioramento dei dati di biossido di azoto (NO2). Ed è altrettanto probabile che il maggior numero di veicoli in circolazione con tecnologie più avanzate, possa aver contribuito all’eliminazione dei picchi di biossido che si sta registrando dal 2022". Vanes Poluzzi, responsabile della qualità dell’aria di Arpae, pur con tutte le cautele che sono dovute in questi casi, sottolinea dal 2022 il miglioramento dei dati in tutta la regione. Miglioramento che viene ritenuto importante. "Le prime avvisaglie le abbiamo avute nel 2020 – prosegue Poluzzi – quando a fronte di un lockdown serrato, si è registrato un calo del traffico fino all’80% e, come conseguenza, un meno 40% di presenza di biossido. Situazione questa assolutamente straordinaria e legata alle particolari condizioni. Ma dopo qualche ritorno al passato nel 2021, dallo scorso anno c’è stato un miglioramento costante, che può essere dovuto anche alla maggiore presenza in circolazione di motori più tecnologicamente avanzati, non dimenticando gli ibridi, che permettono di abbattere notevolmente le emissioni dirette dovute alla combustione fossile". Si tratta di processi molto complessi, come sottolinea lo stesso Poluzzi, che nascono dalle emissioni dirette di inquinanti che a contatto con l’aria causano la formazione dei principali inquinanti, a vari livelli. "Oltre il biossido di azoto – conclude Poluzzi – per una panoramica più completa dobbiamo prendere in esame anche i particolati, Pm2 e Pm10, che creano maggiori problemi nel periodo invernale. Non si tratta in questi casi di emissioni primarie e non derivano esclusivamente dalla combustione delle auto, ma anche da altri fonti che generano inquinamento, come il riscaldamento domestico o le attività delle industrie". Quindi un parco auto più tecnologicamente avanzato aiuta a migliorare la qualità dell’aria.