Bocci veste i panni di un padre: "La famiglia perfetta, uno spot"

Al Nuovo va in scena ‘Il figlio’ di Florian Zeller. Le rappresentazioni domani alle 21 e domenica alle 16.30

Bocci veste i panni di un padre: "La  famiglia perfetta, uno spot"

Bocci veste i panni di un padre: "La famiglia perfetta, uno spot"

Al Teatro Nuovo, domani alle 21 e domenica alle 16.30, va in scena "Il figlio" di Florian Zeller, testo che al cinema ha vinto due Oscar. Sul palco Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini e Cesare Bocci. Per lui, un altro personaggio impegnativo che si aggiunge alle parti da protagonista in Borsellino, Montalbano, Elisa di Rivombrosa, Milite Ignoto, Viaggio nella grande Bellezza.

Bocci, un ritorno a Ferrara?

"Ci sono stato tanto tempo fa, quasi all’inizio della mia carriera, una città meravigliosa che ho ancora davanti agli occhi. E chissà che non possa un giorno tornare con ‘Viaggio nella grande bellezza’"

Il Nuovo è un teatro privato. Cosa vuole dire a questo imprenditore che ha deciso di tenere vivo questo luogo?

"Mi inchino alla loro lungimiranza, una società senza cultura e teatro va sempre più verso l’impoverimento".

Lo spettacolo?

"Tratta di temi attualissimi. Di nuclei familiari che vengono messi alla prova nelle trame di malattia e di disturbo. Trattiamo l’attualità del disagio giovanile e dell’incapacità di comunicare tra genitori e figli, quantomeno di comprenderne il disagio"

Perché?

"Il loro grido di aiuto è spesso inascoltato perché forse non abbiamo i mezzi per capirlo. La cosa che sta cambiano è l’approccio con la psicanalisi per curare certi casi. Prima era una vergogna, ora fortunatamente non lo è più. Nell’opera ogni personaggio fa i conti con un problema in un’alternanza di emozioni e di speranza, con un colpo di scena finale".

Entrando in questo personaggio ha messo in discussione anche se stesso?

"Il percorso del personaggio, appena più giovane di me, si trova ad affrontare problemi di relazione con il figlio, l’ex e la nuova moglie. Cose comuni a tanti e tematiche che toccano tutti. Credo che di famiglia perfetta ci sia solo quella della pubblicità. Anche io a questo spettacolo mi sono approcciato con dubbi, paure. Inizialmente non volevo farlo perché mi sentivo troppo coinvolto visto che avevo una figlia che 3 anni fa stava vivendo un momento di disagio. Mi colpiva troppo questo testo. Poi ho riflettuto sul fatto che stavo affrontando la cosa insieme a lei e ho deciso".

Affrontare questo testo l’ha aiutata anche con sua figlia?

"Sì, i problemi si affrontando riconoscendo che esistono e confrontandoci con gli altri. Io l’ho fatto confrontandomi con le persone di cui mi fido ma anche con questo testo che è scritto con grande onestà. E succede ogni sera che qualcuno venga a ringraziarci di aver affrontato queste problematiche perché si era ritrovato nei panni del figlio o dei genitori. Di sicuro non si esce da teatro indifferenti. Uno spettacolo che va a toccare corde vere, che affrontiamo tutti i giorni"

Quanto è stato difficile per lei fare il padre, davanti anche alla malattia di sua moglie?

"Ho fatto tutto ciò che ho potuto. Ho rimpianti e rimorsi perché il mio carattere mi ha portato a fare errori che poi ho accettato. La malattia si era inserita anche nel nostro nucleo famigliare ma abbiamo reagito, abbiamo ancora le cicatrici ma non ci siamo lasciati schiacciare. Mia moglie ha sofferto ma si è rialzata e ancora oggi combatte. Dalle cicatrici si cresce ma è da li che bisogna andare avanti"

Il pensiero va anche a Montalbano

"Mi mancano tantissimo gli amici, l’odore e il sapore della Sicilia. Ma un ciclo di 21 anni assolutamente andava chiuso, felici di ciò che abbiamo fatto".

Laura Guerra