Bolkestein, pazienza finita: "Siamo pronti alla serrata"

Comacchio, la rabbia del referente provinciale del Sib, Giuseppe Carli: "Troppa incertezza, meritiamo più rispetto. Potremmo non aprire i bagni".

Bolkestein, pazienza finita: "Siamo pronti alla serrata"

Bolkestein, pazienza finita: "Siamo pronti alla serrata"

COMACCHIO

La pazienza degli operatori balneari è ai minimi termini. Con l’approssimarsi della scadenza delle concessioni balneari prorogata sino al 31 dicembre 2024, infatti, ancora permangono le incertezze sul loro futuro. Ed è per questa ragione che il Sib (Sindacato italiano balneari) ha deciso di lanciare un forte segnale al Governo, proclamando lo stato di agitazione. Dal Sib, in una nota, viene lamentata l’assenza "del più volte da noi invocato intervento normativo chiarificatore del Governo", che "sta creando una situazione caotica nella gestione della materia da parte degli Enti concedenti" e la mancata convocazione delle associazioni di categoria "nonostante le innumerevoli e molteplici richieste in tal senso". Viene ribadita, dunque, l’urgenza di un intervento legislativo: "La gravità della situazione impone una decisa azione di protesta dei balneari. È stato quindi proclamato lo stato di agitazione della categoria. Nei prossimi giorni saranno comunicate le modalità delle manifestazioni e il loro calendario". Una protesta che vedrà coinvolto anche il territorio comacchiese, come riferisce il referente provinciale del Sib, nonché gestore del bagno Astor a Porto Garibaldi Giuseppe Carli.

"Gli operatori balneari meritano il rispetto che sinora non hanno avuto, nonostante abbiano investito per accrescere l’offerta turistica, tutelare le spiagge, dare occupazione e contribuito al Pil nazionale. Un rispetto che sinora è mancato. Non siamo ‘parassiti’ come qualcuno intende dipingersi, ma persone, famiglie, che hanno lavorato sodo, investito e i cui diritti debbono essere tutelati". Per Carli, dunque, è necessario un impegno urgente del governo che possa salvaguardare gli attuali concessionari di stabilimenti balneari. E se non ci saranno risposte concrete, potrebbero essere assunte forti azioni di protesta: "Una delle opzioni sul tavolo potrebbe essere la serrata degli stabilimenti balneari, bloccando così la stagione. Se cominciassimo a chiudere, ciò avrebbe ricadute su tutto l’indotto locale: basti pensare ai riflessi che ci sarebbero per i settori del commercio, della ristorazione e delle strutture ricettive. Qualcuno è pronto anche a smantellare lo stabilimento balneare che ha creato e su cui ha investito". Sull’onda dell’incertezza, sta crescendo la rabbia. Ed è per questo che il Sib ha aperto lo stato di agitazione, con azioni di protesta che sono previste non solo a livello nazionale, ma anche locale, allo scopo di sollecitare il Governo a fornire risposte riguardo ad una questione che si sta facendo, col trascorrere del tempo, sempre più pesante.

Valerio Franzoni