FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Case di riposo, bufera sulle rette. I sindacati salgono sulle barricate: "I Comuni blocchino la delibera"

Cgil, Cisl e Uil bocciano compatti la decisione della Regione. I rincari dal primo febbraio "Abbiamo chiesto formalmente ai Consigli un impegno affinché tutti votino contro questa decisione".

Case di riposo, bufera sulle rette. I sindacati salgono sulle barricate: "I Comuni blocchino la delibera"

Case di riposo, bufera sulle rette. I sindacati salgono sulle barricate: "I Comuni blocchino la delibera"

È un dispiegamento di forze che ricorda tempi lontani. I sindacati confederali si schierano compatti contro la delibera regionale che, dal primo febbraio, aumenterà le rette nelle case di cura per anziani e nelle strutture di assistenza per disabili. Ventinove assemblee su tutto il territorio della provincia, prima della grande manifestazione del 13 febbraio davanti alla sede della Regione in viale Aldo Moro.

"Siamo profondamente preoccupati per l’impatto sociale che questa delibera potrà avere – scandisce Francesca Battista (Cgil) – . Si parla di rincari che potranno pesare sulle famiglie fino a 1500 euro all’anno. Non è accettabile, a maggior ragione a fronte del contesto, quello ferrarese, in cui questi aumenti intervengono. Occorre stabilire un principio di equità e, dopo un’interlocuzione nel settembre scorso, la Regione non ci ha più coinvolti e non ha accolto le nostre richieste". Oltre a lambire il sistema degli accreditamenti delle strutture, le istanze portate avanti da Cgil, Cisl e Uil sono molto chiare e si incardinano su due direttrici: la gradualità degli aumenti e l’applicazione dei rincari sulla base delle fasce isee. Una declinazione pratica del principio di equità. Senza contare, aggiunge Battista, "i forti contraccolpi a cui anche i bilanci degli enti locali saranno soggetti laddove dovranno intervenire nel caso in cui le famiglie non riusciranno a far fronte agli aumenti delle rette". Ma i rappresentanti dei lavoratori sono ben lungi dal farsi coinvolgere "in una polemica politica". Il riferimento è all’animato dibattito che si è tenuto nel corso della Conferenza territoriale socio-sanitaria. "Noi discutiamo nel merito, non ci facciamo strumentalizzare". È Massimo Zanirato, numero uno della Uil provinciale a calare l’asso politico. "Abbiamo chiesto formalmente a tutti i consigli comunali del territorio un impegno affinché la delibera della regione venga stoppata – premette il sindacalista –. Serve ridiscuterne i termini e introdurre ciò che le organizzazioni sindacali hanno chiesto con chiarezza". A questo punto, si chiede Zanirato, "non so se il Patto per il Clima e per il Lavoro, scandito da un rapporto franco e leale con la Regione sia ancora valido". E la perplessità è suffragata dal fatto che "la decisione di viale Aldo Moro è stata unilaterale" e avrà "un effetto molto duro sulle famiglie di questo territorio". Ma siamo sicuri – si chiede retoricamente il sindacalista – che "i sindaci che hanno partecipato alla Ctss abbiano detto la loro anche nella cabina di regia regionale in cui si è discusso, nei mesi scorsi, questa delibera?". La risposta a questa domanda è, chiaramente, molto politica. Sandra Rizzo (Cisl) propone un confronto su cui riflettere. "I rincari – spiega – porteranno alle famiglie un esborso ulteriore per circa 1.500 euro. Una cifra che equivale più o meno a una tredicesima. Non è accettabile, questa delibera deve essere azzerata". Se Sandro Arnoffi (pensionati Cgil) e Giorgio Zattoni (pensionati Uil), offrono uno squarcio "sulle grandi fragilità di questo territorio", mettendo al centro il tema demografico ("abbiamo una popolazione molto anziana e quindi questa delibera rende ancor più fragili le persone che già presentano grosse difficoltà), è la segretaria della Cgil Veronica Tagliati a suggellare l’impegno confederale.

"Il problema dei rincari – scandisce – ha una dimensione più ampia rispetto al livello regionale. Fermo restando che la decisione è sbagliata (ma considerando anche la cospicuità del fondo per la non autosufficienza), il governo nazionale responsabile dei tagli ai fondi destinati al sistema sanitario, non può chiamarsi fuori". Insomma, Cgil, Cisl e Uil tornano sulle barricate. D’altra parte, come sottolineato da Zanirato nel suo intervento con un lieve cenno di romantica nostalgia, "non ricordo, negli ultimi 20 anni di sindacato, un dispiegamento di forze così poderoso". La gioiosa macchina da guerra.