REDAZIONE FERRARA

Crolla il numero dei giovani. Ma noi reggiamo

Nei dieci anni forte il calo a livello nazionale. Nella nostra provincia saldo positivo di +773 .

Nello stesso lasso di tempo i giovani in provincia sono passati da 59.210 a 59.983, saldo positivo +773 (siamo al +1,3%)

Nello stesso lasso di tempo i giovani in provincia sono passati da 59.210 a 59.983, saldo positivo +773 (siamo al +1,3%)

Il numero dei giovani in Italia è crollato. Negli ultimi dieci anni, la popolazione nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi 750mila unità, pari al -5,8 per cento. Nel 2014 avevamo poco più di 12,8 milioni di giovani; nel 2024 ci troviamo con meno di 12,1 milioni. Il dato dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Il dato di Ferrara e Provincia. Nello stesso lasso di tempo i giovani sono passati da 59.210 a 59.983, con un saldo positivo di +773 (in percentuale siamo al +1,3%). Ferrara, tra le 107 province monitorate, va ad unirsi a quel drappello di 26 centri che hanno registrato un saldo positivo. Spiccano tra questi, in particolar modo, i risultati ottenuti a Gorizia (+9,7 per cento), Trieste (+9,8), Milano (+10,1) e Bologna (+11,5).

"È essenziale chiarire – sottolinea Cgia – che l’immigrazione non può costituire l’unica risposta ai problemi derivanti dal declino demografico. Tuttavia, nel breve periodo, essa può rappresentare un valido strumento per affrontare questa sfida, a condizione di essere in grado di preparare adeguatamente le persone che intendono entrare in Italia. Il nostro Paese dovrebbe prevedere delle corsie preferenziali nell’assegnazione delle quote di ingresso riservate a coloro che, nel proprio paese d’origine, abbiano frequentato per almeno due anni un corso di lingua italiana e ottenuto una qualifica che attesti il possesso delle competenze professionali richieste dalle nostre imprese. A queste ultime, inoltre, spetterebbe il compito di garantire a questi extracomunitari un’occupazione stabile e un aiuto concreto nella ricerca di un alloggio a prezzo accessibile".

Quando analizziamo la platea giovanile l’Italia presenta altri indicatori negativi: il tasso di occupazione, il livello di istruzione sono tra i più bassi d’Europa e l’abbandono scolastico rimane una problematica significativa soprattutto nelle regioni meridionali. Nei prossimi decenni queste criticità potrebbero avere ripercussioni gravissime sul mondo imprenditoriale. Già da qualche anno avvertiamo le prime avvisaglie soprattutto nel Centro- Nord: le aziende incontrano sempre maggiori difficoltà nel reperire personale qualificato; questo sia per la mancanza di candidati che per l’insufficienza delle competenze delle persone che si presentano ai colloqui. Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è sempre più evidente e richiede scelte politiche urgenti; investendo, in particolare, molte più risorse nella scuola, nell’università e, soprattutto, nella formazione professionale. Questa contrazione ha colpito il Centro (-4,9 per cento) e, in particolare, il Mezzogiorno, con una riduzione allarmante del -14,7 per cento. Al Nord il saldo di quasi tutte le regioni è preceduto dal segno più.