Cultura, universo con il segno più. Dai musei alle grandi mostre: "Città che custodisce la bellezza"

L’assessore Marco Gulinelli traccia un bilancio dell’anno che si avvia alla conclusione e guarda al 2024 "Un altro mandato? Sarebbe un peccato non dare continuità a una serie di elementi messi in campo".

Cultura, universo con il segno più. Dai musei alle grandi mostre: "Città che custodisce la bellezza"

Cultura, universo con il segno più. Dai musei alle grandi mostre: "Città che custodisce la bellezza"

Mostre, bandi, bellezza. Cosa ci si debba aspettare dal fronte culturale, nel 2024, è spiegato dall’assessore alla cultura di Ferrara, Marco Gulinelli.

Marco Gulinelli, a livello di gestione culturale del territorio, è soddisfatto di questo 2023? "Partiamo dal principio, dalla Costituzione, che è un elemento culturale di prima battuta: nella Costituzione c’è un fondo di bellezza straordinario e, a sua volta, la bellezza custodisce un valore civile. A Ferrara abbiamo lavorato con questa idea. Naturalmente, la nostra città è connotata dai musei civici e statali, dalle fondazioni… ma c’è anche una composita stratificazione di associazioni culturali del terzo settore".

Qual è la vostra politica a riguardo?

"Abbiamo adottato, da quest’anno, l’istituzione dei bandi: attraverso bandi di vario tipo, qualsiasi associazione, a fronte di un soggetto, può realizzare le proprie iniziative. L’erogazione, così, è più semplice: le associazioni prima erano in difficoltà, perché il contributo veniva erogato anche un bel po’ dopo la stessa fine dell’evento. C’è stata un’ottima risposta".

Si muove qualcosa anche per quanto riguarda l’Unesco

"Abbiamo partecipato a un bando del ministero e abbiamo vinto 250mila euro. Questo ci permette, intanto, di partire con il piano di gestione (che al centro ha anche le province, dal Delta fino a Ferrara) e soprattutto di progettare e realizzare progetti, che vedranno un percorso partecipativo e tavoli tematici, proprio sul nostro territorio".

Achille Funi al Diamanti, Arrigo Minerbi al Castello. Sul fronte mostre, cosa ci riserva il 2024?

"Dal 17 di febbraio, apriremo in Castello una mostra dedicata a Nino Migliori. Sarà una mostra sperimentale, dal titolo ‘Una ricerca senza fine’, che realizzeremo insieme a Marsilio Arte e alla Fondazione Migliori. Quindi, ci sarà una mostra di Maurizio Bottoni, pittore vivente, e una mostra di dipinti di Antonio Maria Nardi, artista scomparso nel 1973. Al Diamanti, invece, in collaborazione con Arthemisia apriremo una mostra dedicata ad Escher nell’ala Rossetti, mentre nell’ala Tisi ci sarà una mostra dossier sui cofanetti rinascimentali, dal titolo ‘Mirabilia Estensi’, e alle pareti fotografie di Massimo Listri".

Va bene il contemporaneo, ma le mostre sul Rinascimento?

"Ci sarà, tra il 2024 e il 2025, ‘Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso’, seconda tappa di un’indagine ambiziosa che abbiamo iniziato con Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. Comprenderà il periodo tra il 1471 e il 1598".

Il 2023 è stato causato anche da diverse polemiche, con Moni Ovadia e con Sgarbi. Cosa ne pensa del loro operato?

"Avere figure culturali di questo calibro è un pregio assoluto. Per quanto riguarda l’operato di Ovadia al Comunale, non abbiamo avuto nessun problema con lui: la sua partecipazione alla vita artistica è sempre molto presente. Sgarbi, invece, riesce a coniugare la presidenza di Ferrara Arte al suo ruolo istituzionale: le 44 mostre di questi anni ne sono la prova".

C’è chi ha chiesto le dimissioni di Ovadia. Era d’accordo?

"Posso dire che la libertà di espressione e di parola va tutelata, ma c’è anche un senso di responsabilità, che pone dei limiti. All’interno del teatro e dell’amministrazione nessuno si è mai seduto a un tavolo per parlarne: le dimissioni non sono mai state elemento di discussione".

Si sta entrando nel periodo di campagna elettorale. Sarebbe pronto per un altro mandato? "Sarebbe un peccato non dare continuità a una serie di elementi culturali che abbiamo messo in campo, ma non ci sto pensando molto. Sono abituato a lavorare più di 12 ore al giorno: quando sarà il momento, all’interno di un dibattito che vede Alan Fabbri come primo cittadino, mi auspico di poter dare continuità. Ferrara costituisce e custodisce il valore della bellezza: lavoro per questo".