Dalle ferite del terremoto rinasce la chiesa

Vigarano, ancora due anni e il tempio verrà restituito alla comunità per il Natale 2025. "I lavori legati al Superbonus ci hanno frenato" .

Dalle ferite del terremoto rinasce la chiesa

Dalle ferite del terremoto rinasce la chiesa

"Se tutto andrà bene, la chiesa della Beata Vergine Maria sarà ridata alla comunità di Vigarano per festeggiarvi Natale 2025". E’ l’annuncio fatto martedì sera da Don Stefano Zanella, direttore dell’ufficio tecnico della diocesi di Ferrara, nell’incontro pubblico tenuto con l’architetto Antonino Persi che era già riuscito in 10 mesi a far finanziare e costruire l’oratorio. "Questi ultimi anni sono stati faticosi perchè i lavori del 110 hanno fatto sì che meno aziende partecipino alle gare d’appalto – spiega Don Zanella – dopo incomprensioni con la struttura tecnica regionale e tante richieste fatte al team di progettazione arriviamo ora all’intervento di miglioramento sismico e ripristino strutturale che significa che non viene pagato il restauro ma gli interventi connessi al sisma che devono essere ripristinati. Se non saranno fatte scoperte tali da richiedere stop del cantiere si festeggerà Natale 2025 nella chiesa storica". Ad aggiudicarsi i lavori, portati da 870.000 a 1.059.000 euro con la revisione del prezziario regionale, sono stati aggiudicati dalla veneziana Lithos che, come miglioria, aggiunge il rifacimento dell’illuminazione e la pulizia e sistemazione dell’area dietro l’abside. "Durante il cantiere si faranno visite guidate soprattutto per i giovani, scuole elementari e medie perchè devono capire cosa stiamo facendo in una chiesa che non hanno mai visto e dar la possibilità alla comunità di riappropriarsi del bene pian piano – dice l’architetto Persi – ci lavoro dal 2018, in una chiesa che ci ha parlato. A sinistra dell’entrata, infatti, sono state trovate le antiche colonne ottogonali, nate piegate come il campanile a causa del terreno torboso, per essere poi coperte e raddrizzate, è stata riscoperta la forma originale della chiesa, più bassa fatta solo della navata centrale e dietro l’organo trovata la finestra dell’antica facciata. Anche la copertura fatta con mattoni pesanti ci dice che è stata dettata dalla povertà di quel tempo che faceva usare ciò che si aveva e che costava poco. Altra testimonianza è la scelta di usare per le volte, dei legni ricavati da piante da fiume, elemento che non ho trovato in nessun’altra chiesa. E spiega l’intervento. "Si inizia i primi di giugno– spiega – il primo intervento sarà lo smontaggio dell’organo che si trova nel punto più pericoloso. PER il restauro potrebbero essere usate risorse dell’8x1000 che ne coprono il 70%".

Laura Guerra