Emergenza granchio blu, vertice in prefettura

I sindaci di Goro e Comacchio e i consorzi di pescatori hanno manifestato preoccupazione. Richiesta la proroga dello stato di calamità

Emergenza granchio blu, vertice in prefettura

Emergenza granchio blu, vertice in prefettura

Due giorni fa il prefetto Massimo Marchesiello ha presieduto una riunione per fare il punto della situazione sulle note problematiche connesse alla proliferazione del “granchio blu”, la specie animale infestante che sta gravemente compromettendo l’attività di acquacoltura di mitili nelle aree del delta del Po comprese, per quanto riguarda questa provincia, nei territori dei comuni di Goro e Comacchio. Al tavolo erano presenti i sindaci di Goro e Comacchio, rappresentanti della regione, della Provincia, dei consorzi dei pescatori, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni

sindacali, ed il segretario della commissione regionale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI). I danni provocati dal granchio blu al settore della molluschicoltura in provincia di Ferrara (Sacca di Goro e aree in concessione del territorio di Comacchio) si manifestano in tutta la loro drammaticità nei numeri relativi al calo di produzione e di fatturato delle cooperative e dei soci allevatori: nei primi 5 mesi del 2024 le cooperative riportano un calo della produzione di vongole pari al 70% nei casi meno gravi, fino al 100% nei casi, in particolare, delle cooperative di Comacchio e di alcune cooperative di Goro con concessioni in acque troppo profonde per poter installare i recinti che impediscono ai granchi di entrare.

Le cooperative che hanno potuto installare i recinti, concessi limitatamente ad una superficie pari al 10% della concessione, sperano che il novellame seminato all’interno di tali recinti possa sopravvivere alle temperature estive, così da poter raccogliere un quantitativo seppur minimo di vongole nell’autunno.

Attualmente la cattura riguarda quasi esclusivamente esemplari di sesso femminile pronte alla deposizione delle uova. I biologi di Ispra, che stanno conducendo i monitoraggi nelle lagune venete, hanno appurato che ogni femmina depone da un minimo di 600.000 ad un massimo di 6 milioni di uova. E’

quindi plausibile che prossimi mesi si assista ad una consistete proliferazione del crostaceo.

Il consorzio CON.UNO nel frattempo ha deciso di riprendere la campagna di raccolta e smaltimento, a sue spese e, dal 18 marzo scorso, gli addetti delle cooperative aderenti hanno raccolto 92.000 kg di granchi, in particolare femmine non appetibili per il mercato, che sono state portate allo smaltimento.

Le associazioni di categoria chiedono che possa essere concesso in deroga l’utilizzo di idonei strumenti di cattura, in particolare nelle aree dove maggiore è la concentrazione di granchi, ma ad oggi, neanche in via sperimentale e con funzioni di monitoraggio, tale deroga è stata concessa. Sono, inoltre, in attesa che la Regione Emilia - Romagna pubblichi il bando per l’erogazione dei contributi di 1,5 euro per kg di granchi smaltiti. Confidano che tale provvedimento abbia efficacia retroattiva, al fine di coprire anche la raccolta effettuata in questi mesi. Senza un contributo alla raccolta e allo smaltimento, i pescatori hanno fatto sapere di non sono più nelle condizioni di svolgere tale attività, in quanto senza reddito. I sindaci di Goro e di Comacchio hanno manifestato la forte preoccupazione per le ricadute sociali che questa crisi sta provocando sulle comunità.

Le associazioni di categoria, infine, hanno sottolineato l’importanza di una proroga dello stato di calamità già dichiarato per una durata di 24 mesi, al fine di consentire alle imprese di poter richiedere i contributi anche nel 2025, potendo dimostrare il calo drastico di fatturato, manifestatosi nel 2024.