Eredità contesa dello zio. Assolti fratello e sorella

Si chiude dopo quattro anni il processo a carico di due centesi di 48 e 61 anni. Erano accusati dalla seconda moglie dell’anziano di circonvenzione di incapace.

Eredità contesa dello zio. Assolti fratello e sorella

Eredità contesa dello zio. Assolti fratello e sorella

CENTO

Quattro anni di processo, ma alla fine l’hanno spuntata loro: fratello e sorella centesi di 61 e 48 anni, che per tutto questo periodo sono stati accusati di avere raggirato il loro zio, fratello della madre, morto a 86 anni nel 2018. Ieri sono stati assolti dal giudice Valeria Bolici, del Tribunale di Bologna, perché il fatto non sussiste. Si chiude quindi il ’calvario’ iniziato appunto nel 2020, quando ci fu il rinvio a giudizio di entrambi, con l’accusa di circonvenzione di incapace. Al centro della ’faida’ familiare il patrimonio finanziario dello zio, circa duecentomila euro, che in un testamento olografo del 2017 l’anziano aveva deciso di lasciare metà alla seconda moglie e metà ai due nipoti, non avendo avuto lui figli ed essendo stato sempre molto legato alla sorella – morta prima di lui - e ai due nipoti. Un testamento che andava a modificare le disposizioni che lo stesso ottantaseienne aveva lasciato in un precedente scritto, del 2014, dove era stato vergato che il patrimonio finanziario sarebbe andato alla moglie e alle figlie di quest’ultima, avute da una precedente relazione.

La denuncia. Una modifica della volontà che non è stata ’digerita’ dalla seconda moglie – che vive a Galliera, in provincia di Bologna – e, pare, dalle figlie. Viene quindi presentato un esposto con cui si ipotizza che il testamento del 2017 non sia olografo, o comunque sia stato scritto sotto costrizione da parte dei due nipoti, perché l’anziano, già in quel periodo, non sarebbe più stato in grado di intendere e di volere. La vedova, insisteva nel far ritenere valido il testamento del 2014, che escludeva dall’eredità i due nipoti. Da qui è iniziata la lunga battaglia legale che ha avuto una prima conclusione ieri, con l’assoluzione degli imputati, che sono stati assistiti dall’avvocato Gianni Ricciuti.

Gli accertamenti. Un processo che si è dipanato sul filo delle consulenze, mediche e grafologiche. A partire dalle condizioni dell’anziano, che alla fine è stato riconosciuto sì con deficit dovuti all’età, ma non tali da inficiarne le sue reali volontà. Non solo. Anche la consulenza grafologica di parte, richiesta dall’avvocato Ricciuti, ha stabilito che la grafia del documento del 2017 non presentava alcun indizio di costrizione ed era chiaramente riferibile all’anziano. Mentre alcuni problemi sono stati rilevati proprio in quello precedente, del 2014, in particolare nella seconda parte in cui venivano indicate come beneficiarie anche le figlie della seconda moglie. "Si chiude finalmente un lungo iter processuale – ha commentato l’avvocato Ricciuti – che ha reso giustizia al legame che lo zio aveva con i due nipoti. Ora passeremo a chiedere il versamento delle cifre che spettano ai miei assistiti: 50mila euro ciascuno, oltre gli interessi".

Cristina Rufini