Fabbri a Marrara come nel 2019: "Vogliamo contiuare a governare per far crescere ancora la città. Anselmo? Più abituato ai tribunali"

Il sindaco uscente ricorda l’annuncio della discesa in campo di cinque anni fa nella frazione: "Portò bene". Lo sfidante del centrosinistra spunta tra il pubblico e commenta: "Così l’ho visto dal vivo e non sui social".

Fabbri a Marrara come nel 2019: "Vogliamo contiuare a governare per far crescere ancora la città. Anselmo? Più abituato ai tribunali"

Fabbri a Marrara come nel 2019: "Vogliamo contiuare a governare per far crescere ancora la città. Anselmo? Più abituato ai tribunali"

Doveva essere un’operazione revival, si è trasformato in un colpo di scena. Si incrociano gli sguardi: "Eh, ciao". Il sindaco Alan Fabbri fa un cenno allo sfidante, Fabio Anselmo che si presenta al quartier generale di Marrara. La, dove tutto cominciò quel freddo 28 febbraio di cinque anni fa. All’epoca il leghista lanciò nella "frazione più lontana dal centro" la sua candidatura. Ora, è arrivata l’ufficializzazione della ricandidatura. Il Central bar è diventato un simbolo perché "ha portato bene allora" e l’auspicio della folla che ha accolto il primo cittadino uscente – c’era tutto lo stato maggiore ferrarese tra esponenti di giunta e candidati – è che la fortuna arrida ancora al centrodestra. Il discorso di Fabbri è metà fra il consapevole e l’orgoglioso. "Se guardiamo ciò che c’era scritto nel mio programma di cinque anni fa – spiega – direi che tantissime cose le abbiamo portate a termine. Ma ora occorre guardare al futuro con lungimiranza". Il tono è lineare, poi quando s’accorge che l’avvocato è in fondo alla sala del bar, si accende. E rispolvera alcuni cavalli di battaglia, cari da sempre alle sue campagne elettorali. "Per il Pd sembra che in questa provincia non sia accaduto nulla e che la nostra amministrazione sia la causa del male di Ferrara – scandisce – Ma vorrei ricordare che loro, con l’avallo dell’allora ministro Dario Franceschini sono quelli che hanno azzerato la banca". Qui arriva la stoccata anche all’altro candidato, Daniele Botti. "Chi si spaccia per civico, ma è sostenuto da Italia Viva – dice – si ricordi che Luigi Marattin era consigliere dell’allora premier Matteo Renzi. Loro firmarono il decreto di azzeramento della Carife. La storia mi darà ragione: quell’atto era illegittimo". L’applauso qui era facile da prendere. Ad Anselmo, ci arriva da un’altra strada.

Non prima di aver attaccato la Regione "governata dal Pd" che a suo dire ha "una grande responsabilità sui fallimenti della nostra sanità, nonostante gli sforzi degli operatori". A proposito di operatori, rivolgendosi allo sfidante, Fabbri torna sulla polemica dei giorni scorsi: "Anselmo ha in lista non solo chi è stato condannato per avermi definito ‘cinghiale’ – ricorda – ma anche l’infermiera che ha mosso accuse infondate contro di me, smentite dall’azienda sanitaria". Riconoscendo che l’amministrazione "ha perso molto tempo in tribunale perché qualcuno ha provato a ostacolarci". E Anselmo "ha sempre lottato nelle aule di giustizia, ma io non l’ho mai visto fare politica. Mentre questo ologramma qui è in politica da 26 anni". Si guarda attorno e prende il respiro. Perché "la fatica più grande – spiega Fabbri – è quella di ricordarsi quello che è stato fatto in cinque anni per la città. E soprattutto per le frazioni, che noi abbiamo sempre considerato centrali tanto da investirci venti milioni di euro del Pnrr".

Accanto al bar, quasi a stabilire un dialogo ideale, troneggiano i cartelli sui cantieri del Palazzone, simbolo della riqualificazione. "È un errore – è l’esortazione conclusiva – pensare che io abbia già vinto. Tutti devono andare a votare l’8 e 9 giugno. Ferrara, merita il nostro impegno ancora una volta". A margine della presentazione, al taccuino del Carlino, Fabio Anselmo ammette di "aver imparato molto oggi: ho visto il sindaco dal vivo e non solo sui social. Spero che accetterà un confronto pubblico con me". Colpi di scena, dicevamo.