Fanghi, tre flash mob contro l’impianto

Portomaggiore, i residenti hanno protestato in piazza poi sono andati a Bando e Portoverrara, le frazioni più vicine al futuro stabilimento

Fanghi, tre flash mob contro l’impianto

Fanghi, tre flash mob contro l’impianto

La protesta si allarga dalle piazze alla campagne, i residenti dicono ’no’ all’impianto fanghi. Ieri sera a Portomaggiore nella centralissima piazza Umberto I è andato in scena un secondo flash mob per contestare il progetto di uno stabilimento di trasformazione di rifiuti urbani in fertilizzanti da spandere in agricoltura. Il precedente si era svolto in luglio a Portoverrara, proprio nel sito che accoglierà lo stabilimento, a cura di associazioni ambientalistiche; ieri è stato organizzato dal Comitato No Fanghi. E’ stata una protesta in tre tappe: oltre a Portomaggiore, nella piazza di Portoverrara e a Bando, la frazione argentana che subirà i maggiori disagi per il transito dei mezzi pesanti aggravando la già fragile viabilità. Il filo rosso è il no all’insediamento, che avrebbe solo ripercussioni negative per il territorio e nessun vantaggio. "Ci siamo costituiti in Comitato cinque anni fa per portare avanti la battaglia contro la nascita di un impianto che per noi va contro la salute pubblica, la viabilità, l’ambiente e i terreni agricoli – è stata la tesi del portavoce del Coordinamento No Fanghi, Giovanni Tavassi – soprattutto alla luce di quello che è successo in tutti i territori dove sono stati costruiti impianti del genere, in Lombardia e in Veneto". La manifestazione è stata l’occasione per aggiornare sull’iter del progetto, al mento fermo negli uffici della Regione, in attesa del Via, valutazione di impatto ambientale. "I termini per la presentazione delle osservazioni sono scaduti il 20 agosto: c’è chi l’ha fatto come i residenti nei pressi del sito individuato a Portoverrara in via Bandissolo, Lega Ambiente, la lista civica Centro Destra Civico, le associazioni ambientaliste. C’è chi lo poteva fare e non l’ha fatto, come i Comuni, che si sono limitati a rispondere solo alle integrazioni elaborate dagli uffici tecnici comunali". Ricordiamo che da pochi giorni è partito l’iter dei 60 giorni di tempo per valutare le osservazioni e le integrazioni. "Dopo questo lasso di tempo vedremo cosa deciderà la Regione, che è l’ente preposto per le autorizzazioni. La Regione potrebbe legiferare per una sospensiva, in una attesa di una norma certa che poga dei limiti e impedisca l’inquinamento dei terreni agricoli e mini la salute". Per il Coordinamento "si è ancora in tempo a fermare la nascita di questo impianto".

Franco Vanini