Focolai Covid nelle case di riposo: "Nessuna prova dei reati ipotizzati"

Le opposizioni alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta sulle case di riposo a Ferrara non tengono conto della documentazione acquisita dalla procura, difensori e famiglie delle vittime si confrontano sulle nuove indagini.

Le opposizioni alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulle case di riposo "non tengono conto della imponente documentazione acquisita dalla procura e dell’attività corposa di indagine" che non ha fatto emergere "alcun elemento probatorio tale da supportare le ipotesi di reato". Con queste parole, gli avvocati Eugenio Gallerani e Marco Linguerri, difensori dei sei indagati responsabili delle case di riposo Caterina e Paradiso, rispondono alla richiesta di nuove indagini avanzata dai legali che assistono le famiglie degli ospiti deceduti o contagiati dal Covid nelle due strutture della città. L’antefatto è noto. La procura, al termine delle indagini, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo sui focolai che hanno interessato le due residenze. Gli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Piero Giubelli, difensori delle persone offese, hanno depositato un atto di opposizione all’istanza della procura, chiedendo l’imputazione coatta degli indagati o nuove attività investigative. Alla mossa delle famiglie delle vittime rispondono a stretto giro i difensori dei vertici delle strutture. "La lettura degli atti di opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm porta a un’immediata constatazione – affermano Linguerri e Gallerani –: gli atti di opposizione formulati dai legali delle persone offese non si confrontano quasi per nulla con le solide, ben motivate e approfondite considerazioni svolte dal pubblico ministero relativamente all’insorgere e al diffondersi del focolaio e finiscono in larga misura per replicare il contenuto degli esposti presentati tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 da alcuni dei parenti degli ospiti delle due strutture, senza considerare minimamente l’ampia e articolata attività di indagine svolta dalla Procura". Non solo. Per i due legali risulta "fuorviante il riferimento a una pretesa contraddittorietà nella richiesta di archiviazione, laddove ci si riferisce alla prima parte dell’istanza. In realtà, in quella narrazione il pm si limitava a trascrivere le richieste a suo tempo avanzate al giudice per le indagini preliminari di svolgere attività intercettiva, richieste tutte rigettate, ancora nel lontano 2021, per ben due volte da due diversi giudici proprio per mancanza di gravi indizi di reato". Pertanto, concludono, "non vi è alcuna contraddittorietà nell’atto del pubblico ministero, che viceversa si confronta ed esamina l’intera documentazione, davvero vasta, agli atti del fascicolo che testimonia dell’operato corretto e tempestivo posto in essere dalle due strutture durante i focolai che le hanno colpite, con esiti non dissimili da quelli di tanti altri focolai in tutta Italia. Si è altresì provato come le diverse iniziative assunte dalle residenze fossero sempre comunicate e condivise con l’autorità sanitaria".

f. m.