FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Focus piano urbanistico: "Lacune su trasporti e alloggi. Edifici sfitti: serve subito un piano"

I rilievi degli ex amministratori Gaetano Sateriale e Carlo Magnani: "Rigenerazione e sostenibilità, non c’è un’idea chiara sui punti. La discussione sul Pug può essere un grande momento civico".

Osservazioni di merito e di metodo. Più che un’ermeneutica, una spiegazione chiara (secondo la loro visione) dei concetti di sostenibilità e rigenerazione urbana. Al centro, il redigendo Piano urbanistico generale (Pug). È un lungo e approfondito documento quello che l’ex sindaco Gaetano Sateriale e l’ex assessore Carlo Magnani inviano al Carlino, proprio in ordine al Pug del quale, scrivono gli ex amministratori, "apprezziamo gli intenti" tuttavia "vorremmo segnalare alcune incongruenze terminologiche e alcune carenze di merito e di metodo". Sostenibilità. Il primo punto è un riferimento puntuale all’Agenda Onu 2030. "La sostenibilità (da Agenda Onu 2030) – scrivono Sateriale e Magnani – è una strategia articolata per 17 goal e 169 target che riguardano un ventaglio di temi e politiche vastissimo. Il goal che più sembra inerente alle politiche urbanistiche è il numero 11, in cui si parla con precisione di: accesso per tutti a un alloggio, ammodernamento dei quartieri poveri, trasporti sicuri ampliando i mezzi pubblici, rafforzare il patrimonio culturale, ridurre i rischi da calamità, migliorare la qualità dell’aria, garantire accesso a spazi verdi pubblici inclusivi e accessibili (in particolare per le donne, i bambini, i disabili e gli anziani) e molto altro. Di tutto questo non abbiamo trovato tracce progettuali nel Pug". Anche sul concetto di rigenerazione urbana, Sateriale e Magnani avanzano qualche perplessità. "L’impressione è che nel Pug si confonda questo termine con quelli più consueti di “riqualificazione”, “restauro”, “ricostruzione” di quel che c’è – si legge nel documento – . Guardando al patrimonio edilizio e infrastrutturale già esistente e a una sua possibile espansione. La “rigenerazione”, al contrario, implica una riconsiderazione generale del rapporto tra i bisogni dei cittadini e i servizi che la città deve saper erogare, in una logica di inclusione e piena cittadinanza per tutti. Se non si parte dai bisogni sociali, non è necessario ricordarlo, si parte dai “bisogni” dell’industria edile e si va in un’altra direzione". A questo proposito, scrivono, "sottolineiamo il fatto che a Ferrara cresce il numero di edifici privati e pubblici chiusi e inutilizzati. Riteniamo necessario che il Pug definisca indirizzi pubblici precisi e vincolanti per il reimpiego di queste strutture, per evitare che il libero mercato riproponga scambi tra la riqualificazione di uno stabile e la costruzione di un nuovo supermercato, come già accaduto, anche di recente". L’ultima considerazione di merito attiene alla "realizzazione di una città universitaria".

Progetto nel quale "anche il Comune deve intervenire", in virtù di una sempre più crescente popolazione studentesca. Da ultimo, una considerazione metodologica che attiene in senso stretto al concetto di partecipazione. E il punto di partenza del ragionamento degli ex amministratori è un cavallo di battaglia di Sateriale: l’opposizione alla chiusura delle circoscrizioni. "La discussione del Pug – scrivono – può essere un’occasione per riaprire momenti di partecipazione non solo “politica” quanto soprattutto “sociale” e “civica”. E non solo una partecipazione passiva, cioè chiamata a valutare decisioni e progetti già assunti". L’esempio è il percorso partecipativo avviato a Parigi, che prevede una partecipazione diretta dei cittadini come soggetti proponenti di progetti che, periodicamente, vengono presentati per migliorare i quartieri. Insomma, l’orizzonte è per lo meno europeo.