Ghirardini a cento anni dalla morte. L’allievo prediletto di Carducci

Sabato nella Galleria del Carbone, Aguzzoni presenta una monografia dedicata all’archeologo .

L’archeologo Gherardo Ghirardini, alunno prediletto di Carducci nel primo centenario della scomparsa (1854 – 1920). Sabato, alle 18, nella Galleria del Carbone, Paolo Aguzzoni, vice presidente del Sodalizio Vangadiciense di Badia Polesine, presenta la monografia dedicata all’archeologo ‘Gherardo Ghirardini’, pagine 300, edita nel 2023 nel centenario della morte dell’illustre concittadino, avvenuta a Bologna nel 1920.

Nel secolare Ateneo bolognese, Ghirardini si era laureato in Lettere nel 1878, discutendo con Giosuè Carducci una tesi su "La visione di Dante nel Paradiso Terrestre", definita dal Maestro "degna della stampa". Ancorastudente, maturò l’intenzione di dedicarsi all’archeologia. Dopo la laurea, infatti, frequentò le Scuole di Archeologia di Roma, Napoli e Atene. Nel 1881 fu nominato Ispettore a Roma, per passare in seguito agli Uffizi di Firenze. Ebbe così inizio una carriera folgorante: Nel 1885 vinse il Concorso per la Cattedra di Archeologia all’Università di Pisa. Chiamato all’Università di Padova come Direttore del Museo Civico, fu nominato Soprintendente ai Musei e Scavi e Antichità del Veneto. Ghirardini è noto per i suoi studi sulla civiltà villanoviana e sugli antichi insediamenti archeologici in Veneto, in particolare nel territorio di Este. Per i suoi meriti scientifici, fu nominato socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, presidente della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna, membro ordinario dell’Istituto Archeologico Germanico, membro effettivo dell’Accademia delle Scienze. L’Istituto italiano di preistoria e protostoria gli dedica ogni anno una borsa di studio. Nella sua città natale, Badia Polesine, in provincia di Rovigo, gli è stato dedicato un busto bronzeo nella Loggia del Municipio, realizzato nel 1928 da Gino Vascon, e presso la locale scuola media, mentre il Museo Civico Archeologico di Bologna ospita una targa in sua memoria. Galeazzo Giuliani dialoga con l’autore.