Giornalista e sindacalista. Addio a Marco Gardenghi: "La sua vita per i colleghi"

Malato da diversi mesi, il 69enne è morto ieri a Cona. Lascia moglie e figlia. La Fnsi: "Eri una colonna portante". Venerdì in Certosa il funerale laico.

Giornalista e sindacalista. Addio a Marco Gardenghi: "La sua vita per i colleghi"

Giornalista e sindacalista. Addio a Marco Gardenghi: "La sua vita per i colleghi"

Se ne è andato ieri all’alba a Cona, dove era ricoverato per una malattia, Marco Gardenghi, 69 anni giornalista professionista della nostra città. Per anni ha lavorato al Resto del Carlino di Bologna e poi nella redazione di Galleria Matteotti, dove è rimasto fino alla pensione. È stato anche componente del Comitato di redazione, e ha ricoperto ruoli di vertice in Fnsi, Associazione stampa Emilia-Romagna (Aser) e Inpgi. In particolare è stato presidente dell’Aser dal 1998 al 2004 e componente della Giunta esecutiva della Federazione nazionale della stampa dal 2004 al 2011. Dal 2001 al 2011 è stato inoltre responsabile del Dipartimento emittenza radiotelevisiva locale della Fnsi. Tra i suoi incarichi anche quelli di consigliere generale Inpgi e fiduciario Inpgi per l’Emilia-Romagna. Dallo scorso giugno era presidente regionale del Gruppo giornalisti pensionati.

Sulla pagina Facebook di Marco, grande appassionato anche di jazz e rugby, sono numerosi i ricordi e i messaggi di cordoglio di amici e colleghi. "Fra i massimi esperti in Italia di contratti di lavoro giornalistico e di previdenza": così la Fnsi ricorda sul proprio sito la figura di Gardenghi. Il giornalista, che lascia la moglie Vita e la figlia Elisabetta, si è occupato soprattutto di politica, di musica e di sport. "Ma la sua passione era però il sindacato al quale ha dedicato la vita", sottolinea la Fnsi, per la quale Gardenghi si era anche occupato dell’organizzazione di numerosi congressi nazionali, da Chianciano a Levico, fino a Riccione. "Negli anni – ricorda ancora la Federazione – ha seguito importanti vertenze sindacali nei gruppi editoriali di tutta Italia, e anche all’estero dove si distingueva per la preparazione e la caparbietà. Ha sempre messo il sindacato davanti a tutto, sacrificandosi e togliendo tempo alla propria vita privata: prima venivano le esigenze dei colleghi, la loro tutela e la difesa, poi il resto".

Venerdì, giorno del funerale (alle 14.20 in forma laica in Certosa), l’Aser sospenderà ogni attività in segno di lutto e tutto il direttivo sarà a Ferrara, per l’ultimo saluto. "L’Aser – così una nota – perde una colonna e un punto di riferimento, oltre a un amico, una persona di sani principi che ha sempre anteposto i problemi degli altri ai suoi". "La sua morte – così un’altra nota – rappresenta una grande perdita per l’Associazione Stampa Umbra, dove la sua presenza è stata fondamentale".