"Gli adulti non devono girarsi dall’altra parte"

Il psichiatra Paolo Crepet denuncia la precocità dei ragazzi in atti violenti e sessuali. Propone più scuola come soluzione al problema educativo diffuso nella società.

"Gli adulti non devono girarsi dall’altra parte"

"Gli adulti non devono girarsi dall’altra parte"

"Questi episodi vengono messi in atto ad un’età sempre più precoce, oggi parliamo di ragazzi di 13 anni, la prossima volta di 12 anni. E poi?", Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista, non usa mezzi termini per raccontare quella che definisce l’evidenza. Una drammatica evidenza. Si batte da 30 anni, una voce che si rivolge ai genitori che dimostrano di avere responsabilità. "E ai genitori che questa responsabilità dimostrano di non avere, allora bisogna fargliela venire", dice con forza.

Ragazzi sempre più precoci, non solo nelle manifestazioni violente

"No, a 13 anni sanno cos’è il sesso, sono sui Social, sono precoci in tutto. Abbiamo registrato un enorme abbassamento dell’età, lo sappiano i genitori"

La sospensione quando si verificano certi episodi è una misura appropriata?

"E’ una misura che ormai risale a 30 anni fa, allora poteva anche andare bene. Oggi non ha più senso"

Come mai?

"Questi ragazzi se ne stanno magari a casa una settimana, da soli, perché i genitori sono a lavorare. E loro trascorrono le ore sui Social"

Allora, che fare?

"Dobbiamo trovare altre soluzioni, serve più scuola"

Cosa significa?

"Questi ragazzi vanno tenuti in aula anche il pomeriggio, magari proponendo loro attività educative, con una didattica studiata per loro. La scuola non può far finta di niente, non può girarsi dall’altra parte. A quel punto allora è meglio se abdica al suo ruolo"

La colpa è quindi della scuola?

"No, la colpa è di tutti. E’ di un’intera comunità che non sa più educare, che non riesce a far crescere bene i suoi figli. E’ colpa del sindaco, del vescovo, del rabbino, di chi nella comunità ha un ruolo, ha una responsabilità civile. C’entrano tutti. Sono stato a Ferrara, al teatro comunale, per dare vita ad un ragionamento. Sarò di nuovo a Ferrara quest’inverno. Ferrara è una città colta, faccia sua una discussione su questo gravissimo fenomeno, il bullismo".