Gli agricoltori a Bruxelles. Delegazione Coldiretti Ferrara in protesta: "Fermiamo l’invasione di cibo straniero"

I nostri imprenditori con il presidente Federico Fugaroli e il direttore Alessandro Visotti "Stop all’ingresso di prodotti da fuori confini Ue che non rispettano i nostri standard" .

Gli agricoltori a Bruxelles. Delegazione Coldiretti Ferrara in protesta: "Fermiamo l’invasione di cibo straniero"

Gli agricoltori a Bruxelles. Delegazione Coldiretti Ferrara in protesta: "Fermiamo l’invasione di cibo straniero"

Dal grano di Putin a quello canadese fatto seccare con il glifosato, mai così tanto cibo straniero è arrivato in Italia, con il valore delle importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 ha raggiunto il record di 65 miliardi di euro. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori. A denunciarlo è la Coldiretti sulla base di dati Istat in occasione della protesta a Bruxelles con migliaia di agricoltori guidati dal presidente Ettore Prandini scesi in piazza con un corteo arrivato a pochi passi dal Parlamento europeo a Bruxelles, dove si tiene il Consiglio dei Ministri agricoli.

Presente anche una delegazione di Coldiretti Emilia Romagna guidata dal Presidente Regionale Nicola Bertinelli e dal Direttore Regionale Marco Allaria Olivieri. Con loro anche alcuni imprenditori ferraresi con il presidente Federico Fugaroli e il direttore Alessandro Visotti. "Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Occorre lavorare per aumentare la produzione agricola agendo sul fronte dell’innovazione, con nuove tecnologie di miglioramento genetico per recuperare le produzioni in termini non solo di sostenibilità, ma anche in termini quantitativi e su quello dei contratti di filiera, fondamentali per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta, caratterizzando e valorizzando qualitativamente il prodotto nazionale". Un vero e proprio "attacco al patrimonio agroalimentare dell’Italia favorito – sottolinea Coldiretti – dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale spingendo il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento". Il prodotto simbolo di questa invasione è stato senza dubbio il grano. "In Italia nel 2023 sono più che raddoppiate per un totale di ben oltre il miliardo di chili – denuncia la Coldiretti – le importazioni di cereale dal Canada trattato con glifosato secondo modalità vietate a livello nazionale. Ma se il Paese dell’acero resta il primo fornitore, la vera invasione che ha segnato il 2023 è quella di grano russo e turco aumentati rispettivamente del +1164% e del +798% secondo un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga. Un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, che ha fatto calare in maniera significativa le quotazioni del prodotto italiano". Ma a pesare ci sono anche gli accordi commerciali agevolati che portano in Italia prodotti coltivati spesso con l’uso di pesticidi "vietati nell’Unione Europea – denuncia Coldiretti – che fanno concorrenza sleale ai prodotti italiani, deprimono i prezzi pagati ai produttori e rappresentano una minaccia per la salute dei cittadini. Si va dal riso asiatico che viene coltivato utilizzando il triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, ma entra in Italia grazie al dazio zero, alle lenticchie canadesi, anch’esse fatte seccare con il glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato nel nostro Paese".

Ci sono poi le arance egiziane, le nocciole turche, i limoni argentini e il concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore. "I cibi e le bevande stranieri – denuncia Coldiretti– sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli made in Italy, con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge".