Gli agricoltori a Paolo De Castro:: "Non metteteci in ginocchio"

A Lagosanto agricoltori protestano pacificamente per problemi nel settore: concorrenza sleale, prezzi alti, accesso limitato ai contributi europei.

Gli agricoltori a Paolo De Castro:: "Non metteteci in ginocchio"

Gli agricoltori a Paolo De Castro:: "Non metteteci in ginocchio"

LAGOSANTO

Approfittando della presenza dell’europarlamentare, nonché vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, Paolo De Castro, all’inaugurazione di un nuovo laboratorio di Salvi Vivai a Lagosanto, un gruppo di agricoltori si è presentato vicino alla sede del laboratorio per ’ricordare’ i problemi ancora irrisolti del mondo agricolo italiano. "Ovviamente si è trattato di una protesta pacifica – spiega Mauro Beccari, titolare di un’azienda agricola a Comacchio – Ci siamo presentati lì con i nostri trattori, bandiere e qualche cartello, per fare in modo che le nostre richieste abbiano un seguito". Si sono piazzati lungo la strada, per non creare particolari problemi, ma per essere ben visibili.

"La situazione è ogni giorno più complessa – aggiunge Beccari – a partire dalla concorrenza sleale che subiamo dalle aziende che si possono permettere, grazie a una normativa introdotta un po’ di anni fa dall’allora ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, di poter immettere sul mercato prodotti finiti con il marchio ’made in Italy’ al 100%, quando invece parte delle materie prime possono essere importate dall’estero. Facile capire quanto questo possa creare danni a chi invece si impegna per offrire un prodotto veramente al 100% italiano". Ma i problemi non si fermano qui, purtroppo. "Pensiamo ai prezzi lievitati di alcuni prodotti essenziali come il pane – prosegue Beccari – che al momento non è giustificato, considerando che a noi sono tornati a pagare il grano a 20/22 centesimi al chilo, mentre un chilo di pane viene venduto, al minimo, a quattro euro. E i costi per la produzione delle materie prime, come il grano, sono aumentati pure per noi. Quindi non capiamo perché anche noi non possiamo avere il reddito garantito in base ai costi di produzione. Ma, forse, ancora più importante di questo, sarebbe poter bloccare gli effetti della normativa introdotta dall’ex ministro Martina, per non dover subire la concorrenza sleale, come spiegavo in precedenza, ma non solo".

Un altro capitolo della protesta riguarda l’autonomia di accesso alle credenziali per poter gestire le pratiche per chiedere e ottenere i contributi europei. "Dall’inizio di febbraio scorso – conclude Beccari – il governo ha ristretto i parametri per la concessione delle credenziali, che di fatto sono nella disposnibilità di poche grandi associazioni di agricoltori. Questo però limita tutti gli altri che sono costretti a rivolgersi a queste associazioni". Gli agricoltori chiedono infine che i costi della transizione ecologica non ricadano totalmente sul loro settore.