Idrovia, in aula il punto sui lavori. Petrolchimico, il nodo dei ponti. Sobbe: "Navigabili pochi chilometri"

La Regione presenta lo stato dei cantieri in commissione, interviene l’amministratore delegato di Ifm. Il comandante della motonave critico: "Valle Lepri chiusa da anni e manca un attracco pubblico".

Idrovia, in aula il punto sui lavori. Petrolchimico, il nodo dei ponti. Sobbe: "Navigabili pochi chilometri"

Idrovia, in aula il punto sui lavori. Petrolchimico, il nodo dei ponti. Sobbe: "Navigabili pochi chilometri"

Prima ringrazia. "Siamo felici del dragaggio sul Po di Volano e sulla Darsena". Poi Georg Sobbe, comandante della motonave Nena e capofila del progetto contratto di fiume, fa partire la stoccata. "Sono 18 anni che facciamo turismo fluviale, siamo ormai gli unici paladini della navigazione. E proprio per questo non possiamo non dire alcune cose, da 18 anni facciamo quella che definisco navigazione resiliente".

Parole pesanti che arrivano nel corso dell’incontro della 4ª commissione consiliare dedicata al progetto dell’idrovia. Tra i banchi ci sono la Regione; interviene per il petrolchimico, rappresentato dall’amministratore delegato di Ifm Paolo Schiavina. Cristina Bianchi, dirigente del settore Infrastrutture e mobilità sostenibile della Regione, ha appena finito di elencare le opere che sono già state fatte e quella da fare di questa colossale infrastruttura, una via d’acqua per merci e turismo, quando prende la parola Sobbe. "La conca di Valle Lepri è chiusa dal 2013, in pratica la via fluviale che va al mare è interrotta, elemento che impedisce lo sviluppo della navigazione turistica". Capitolo Po di Primaro. "Si dovrebbe arrivare – sottolinea con decisione – fino a Marrara, in realtà sono percorribili appena tre o quattro chilometri. Certo sono belli i ponti che sono stati realizzati e che verranno realizzati ma è fondamentale rendere veramente navigabile quello che sulla carta viene descritto appunto come navigabile. Bene ancora la nuova Darsena, ma a Ferrara manca un attracco pubblico che sarebbe fondamentale per il turismo, per far arrivare magari le navi da crociera da Porto Garibaldi. Finora di idrovia se n’è vista ben poca, vogliamo avere voce in capitolo per evitare che si arrivi a creare un carrozzone che si chiama idrovia. Qual è il punto di arrivo di questo progetto? La nostra è ormai una navigazione resiliente, da 18 anni siamo in queste condizioni. Non sono poche". Bianchi aveva fatto un quadro sulle opere. A partire da i tre ponti già realizzati, Bardella (cinque milioni), Madonna (2,7 milioni) e a Final di Rero (due milioni) fino ad indicare la realizzazione di un’isola, di argini rialzati, il milione per dragare il Po di Volano. Proprio sui ponti si è soffermato Schiavina, in particolare su Confortino, Betto e il ponte ferroviario. Alcuni dati che ha fornito l’amministratore delegato di Ifm. "Dal ponte ferroviario entrano due o tre treni al giorno. Per una multinazionale del petrolchimico lo stop equivale ad una perdita di un milione al giorno". Quadro che riguarda anche il ponte Betto, lo stop per i lavori bloccherebbe il passaggio del fiume di plastica che arriva via camion da quell’accesso. Il petrolchimico è pronto a mettere a disposizione un terreno che ha pagato, di tasca sua, mezzo milione proprio per la realizzazione di un ponte provvisorio. Progetto che garantirebbe il passaggio dei camion. In apertura dei lavori Lorenzo Poltronieri, presidente del consiglio (Lega), ha ripercorso alcune tappe dell’idrovia. "Dopo tre giorni dal nostro insediamento il sindaco è andato al petrolchimico per informarsi sulle problematiche dell’insediamento industriale. Prima non era stato fatto nulla". Affermazione contestata con forza in aula dal consigliere Dem Francesco Colaiacovo che, carte alla mano, ha esibito un progetto precedente a quella data.