Il ’Forlì’ si ritira. La vendetta del battaglione

L'articolo di Andrea Rossi racconta dell'eccidio dei "dieci martiri" di Porotto durante la Seconda Guerra Mondiale, con sette antifascisti fucilati in circostanze ancora poco chiare. Fonti storiche confermano il coinvolgimento di una divisione tedesca e di un reparto repubblichino nella tragedia.

L’eccidio dei “dieci martiri” di Porotto è composto da due episodi, uno il 25 marzo 1945 con tre partigiani fucilati, e uno il 21 aprile 1945, in cui furono passati per le armi sette renitenti e antifascisti del luogo, in circostanze su cui purtroppo poca luce è stata fatta finora: non esiste bibliografia scientifica, ma solo narrazioni, un racconto di stampo autobiografico e poco altro (Nico Landi, Una storia di storia tra Ferrara e Porotto 1943-45, Comune di Ferrara, 2014). I caduti furono Cesare, Egidio e Renzo Artioli (tre cugini), Dino Manfredini, Giancarlo Massarenti, Tonino Pivelli, Quinto Rossi. Un gruppo di giovani di simpatie antifasciste fu individuato il 21 aprile 1945, a causa di una delazione, e passato per le armi poco lontano, nelle campagne alla periferia di Ferrara. Nonostante la costituzione di un comitato per la memoria di quei caduti, gli autori sono rimasti ignoti, anche se si propende per la matrice fascista dovuta a vendette locali prima dell’abbandono del capoluogo e dell’arrivo delle forze britanniche. Ho provato ad approfondire la vicenda con fonti storiche non ancora utilizzate, per le quali ringrazio Carlo Gentile, insegnante all’università di Colonia e massimo esperto di crimini di guerra nazisti in Italia. Il primo documento è una carta militare tedesca, dove si individuano a ovest e a est di Ferrara colonne di divisioni in cerca solo di raggiungere e superare il Po. Fra queste un reparto, la 278° divisione di fanteria del generale Harry Hoppe. Questi, nel suo volume di memorie Die 278. Infanterie Division in Italien 1944/45, conferma che la formazione si dissanguò a San Martino per proteggere la ritirata di altri reparti per poi retrocedere nei luoghi dell’eccidio: Coronella, Fondo Reno, Vigarano. Siamo tra il 20 e il 21 aprile, giungono a Porotto dei reparti mai visti prima. La 278° divisione tedesca ha in organico un reparto repubblichino: il battaglione ’Forlì’, composto da giovanissimi fascisti romagnoli. La spiata di alcuni fascisti locali fa scoprire il nascondiglio delle vittime, che vengono fatte prigioniere e seviziate dalle camicie nere romagnole e fucilate. Poi i tedeschi e gli uomini del ’Forlì’ procedono verso il Po, riuscendo ad attraversarlo, salvo arrendersi tra Padova e Vicenza.

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