Il giro di boa di un comparto. L’allarme di Fruitimprese: "Pere, una discesa inesorabile. Anni senza ritorno economico"

Il presidente Salvi apre l’assemblea annuale della più importante associazione del settore "La parola sostenibilità per i burocrati di Bruxelles equivale ad ambientalismo a tutti i costi".

Il giro di boa di un comparto. L’allarme di  Fruitimprese: "Pere, una discesa inesorabile. Anni senza ritorno economico"

Il giro di boa di un comparto. L’allarme di Fruitimprese: "Pere, una discesa inesorabile. Anni senza ritorno economico"

L’ortofrutta italiana tra passato e futuro, i 75 anni di Fruitimprese. "Fruitimprese nasce nel 1949 per iniziativa di alcuni imprenditori lungimiranti che hanno creduto nelle potenzialità di questo settore. Mi piace pensare che lo spirito di questi pionieri sia ancora presente nelle generazioni che si sono susseguite e che Fruitimprese possa continuare a rappresentare il luogo ideale per confrontarsi e programmare il futuro". Così il presidente Marco Salvi ha inaugurato l’assemblea annuale della più importante associazione del settore ortofrutticolo italiano, concludendo con queste parole: "Da oggi parte il conto alla rovescia per raggiungere il centenario, noi ci siamo".

Titolo dell’assemblea: ‘Uno sguardo al passato per costruire il futuro’. Salvi ha sottolineato: "Oggi siamo una vera e propria associazione di filiera, fanno riferimento ai nostri associati 20.000 aziende agricole, siamo operatori internazionali, rappresentiamo tanti esportatori, ma anche i più importanti importatori". Una crescita a tutto tondo, ma che deve fare i conti con i problemi nazionali e internazionali. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, il blocco di Suez prospettano un quadro molto preoccupante, che mette a rischio, nel solo caso di Suez, "centinaia di milioni di euro di export italiano di mele e kiwi che non si possono permettere di passare per il Capo di Buona Speranza, a causa dei maggiori costi e della perdita di freschezza del prodotto che i tempi di viaggio richiedono".

Il commercio estero. Il 2023 si è chiuso con il record del valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca che è in crescita del 9,1% rispetto al risultato dell’anno precedente. I dati Istat hanno evidenziato un valore esportato di 5,780 miliardi di euro contro poco meno di 5,3 miliardi del 2022, in controtendenza le quantità esportate che calano di poco meno di un punto percentuale, a 3,483 milioni di tonnellate. Un riferimento Salvi ha fatto alla crisi delle pere, "la cui discesa continua inesorabile". L’interrogativo è quanto resisteranno i produttori di pere, i quali, seppur destinatari di alcuni aiuti straordinari, per i quali Salvi ha ringraziato Lollobrigida, sono ormai 4 anni che non hanno un ritorno economico sufficiente. Si sta tentando di correre ai ripari con il progetto Unapera, ma senza il prodotto tutti gli sforzi potrebbero diventare inutili.

Bruxelles. Il 2023 è stato l’anno nel quale il Green Deal ha mostrato tutte le contraddizioni. "Abbiamo scoperto – afferma Salvi – che la parola sostenibilità per i burocrati di Bruxelles ha una sola declinazione, quella dell’ambientalismo a tutti i costi, imponendo decisioni figlie di una ideologia miope".

Prezzi e consumi. Nel 2023 il problema dell’aumento dei prezzi è stato l’argomento principale anche del settore ortofrutticolo, "sempre il primo ad essere messo alla berlina quando l’Istat certifica un aumento del tasso di inflazione". Ma la spesa media per frutta e verdura fresca rappresenta solo il 3,7% del budget delle famiglie.

La politica. "Ci troviamo a valutare i primi 18 mesi del governoche rappresenta una novità nel nostro panorama politico, sia per la compagine dei partiti che lo compongono, sia per l’attenzione posta all’agricoltura, la cui gestione è stata affidata ad un esponente di spicco del partito di maggioranza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, gli interventi per il nostro settore sono stati molti e ben strutturati".