Il ’movimento’. Quaranta associazioni unite per il "no"

Incontro pubblico lunedì al cinema Apollo "In queste strutture vivono persone innocenti".

Il ’movimento’. Quaranta  associazioni unite per il  "no"

Il ’movimento’. Quaranta associazioni unite per il "no"

L’appuntamento è per lunedì al cinema Apollo. Lì, nel tardo pomeriggio, una pioggia di associazioni – una quarantina di varia estrazione – si radunerà per lanciare un messaggio chiaro all’amministrazione (e indirettamente al governo): no alla realizzazione del Cpr a Ferrara. "Il Governo ha scelto di realizzare un nuovo Cpr a Ventimiglia – scrivono –. Lì è stato respinto da tutte le forze politiche locali, e ora lo si vuol fare a Ferrara in una zona già destinata ad essere un parco, il ’parco sud’. Non vogliamo vivere in una città dove persone innocenti sono costrette a vivere rinchiuse in condizioni disumane. Vogliamo una città aperta che rispetti la dignità umana di ciascuno e di tutti perché ’la nostra libertà comincia dove comincia quella degli altri’". Nei Cpr vivono persone senza documenti, non persone pericolose. Ci sono uomini e donne che sono stati badanti, muratori, cuochi in Italia con un regolare permesso di lavoro, poi hanno perso il posto e quel permesso non possono rinnovarlo". Ci sono uomini e donne, proseguono, "che hanno chiesto asilo e non lo hanno avuto. Altri ancora hanno scontato una pena e aspettano il rimpatrio nel Cpr, che è un’altra condanna". "Non si entra in un Cpr per aver commesso reati – rintuzzato le associazioni –. Chi ha commesso reati va in carcere. Non si entra in un Cpr perché pericolosi. Chi è pericoloso viene curato e trattenuto, italiano o straniero che sia. Chi entra in un Cpr può diventare pericoloso".

Condizioni disumane. "Coloro che hanno visitato i Centri – spiegano i firmatari dell’appello – ne hanno denunciato i gravi problemi: abbandono, disordine, abuso di psicofarmaci, autolesionismi, suicidi. Manca una vera tutela legale e non ci sono cure mediche adeguate, come ha confermato la Cassazione. In più, le persone vengono spesso rinchiuse in una struttura lontana, quindi sono isolate da amici e familiari. E in queste condizioni, a impazzire senza fare niente, possono rimanere mesi e mesi". Insomma, concludono le associazioni, "non servono a rimpatriare gli stranieri irregolari. Per riportare a casa queste persone occorrono soldi, mezzi, personale e soprattutto accordi con gli stati di provenienza". L’iniziativa di lunedì è promossa, fra le altre, da Adoc, Agesci, Anpi, Arci, Arcigay, Viale K, Auto-mutuo aiuto in rete, Azione Cattolica, Biblioteca popolare Giardino, Centro Donna Giustizia, Centro sociale La Resistenza, Dammi la mano, Cgil, Circolo Laudato Sì, Cittadini del mondo, comitato Alba nuova, Emergency, Federconsumatori, fondazione Migrantes, Forum Ferrara Partecipata, Mediterranea Saving Humans, Movimento Nonviolento Ferrara, Pax Christi Ferrara, Rete giustizia climatica, Sunia Ferrara, Uil e Uniat.