Il museo contadino crivellato dai chicchi: "Nemmeno un euro"

Il Mondo Agricolo Ferrarese (Maf) ottiene l'accreditamento al sistema museale nazionale dopo i danni causati da una devastante grandinata. Il presidente, Pier Carlo Scaramagli, ha investito 100mila euro per salvaguardare il patrimonio storico e tradizionale. L'associazione cerca aiuti per coprire i restanti 50mila euro di danni non coperti dall'assicurazione.

"Quello che vedete qui era di mio padre, ha voluto lasciare una testimonianza di come eravamo", dice Pier Carlo Scaramagli, presidente del Maf. Il profumo del legno di un bancone, che ricalca un vecchio bar, il sifone del Seltz, i bicchieri di vetro opaco per le mille mani che li hanno stretti. Al muro le stampe, paesaggi stinti. Quella trebbiatrice, un colosso che si aggirava nelle campagne, nello scorrere dei tiranti. Nei giorni scorsi la Regione ha conferito al Maf (Mondo agricolo ferrarese) l’accreditamento al sistema museale nazionale.

"Un segnale che ci dà speranza, che fa bene anche al nostro morale in caduta libera dopo quella devastante grandinata. Adesso abbiamo compreso ancora di più che abbiamo fatto bene a resistere, ad andare avanti per salvaguardare questo patrimonio di storia e tradizioni. In quei giorni, in quei momenti siamo andati ad un passo dal pronunciare la parola basta". Scaramagli ancora non riesce a togliersi di dosso dopo mesi l’ondata di smarrimento davanti a quello scenario. Il tetto era crivellato, il fienile ridotto in pessime condizioni. Un danno che già nelle prime ore superava i 100mila euro. "Alla fine siamo arrivati a toccare i 150mila euro, solo 40mila coperti dall’assicurazione. Siamo un’associazione e abbiamo scoperto di trovarci in un limbo, siamo fuori da qualsiasi categoria per ricevere aiuti. Non siamo un’impresa, non siamo un privato", racconta.

E così Scaramagli ha messo nel piatto 100mila euro, sull’onda della passione e dell’amore per quegli oggetti dal sapore antico, che raccontano le nostre radici. Un po’ lo doveva a suo padre. E’ stato Guido Scaramagli, imprenditore agricolo e studioso del mondo rurale, a creare il Maf, era il 1980. Al suo fianco c’era Renato Sitti, allora direttore del Centro Etnografico del Comune di Ferrara. "Stiamo cercando di capire come fare ad accedere agli aiuti, il Comune ci è molto vicino. Comunque andiamo avanti, lo dobbiamo alla nostra storia". In una settimana, instancabili gli operai dell’impresa Bergonzini di Bondeno, venne riparato il tetto. "I soldi li ho messi io, sono convinto di aver fatto bene. Per questo patrimonio, per la città".

m. b.