Il parco in memoria di Mariella. Lo hanno deciso gli studenti

Il Comune di Renazzo ha deciso di intitolare il parco locale alla memoria di Mariella Balboni, una donna che ha dedicato la sua vita al volontariato e all'assistenza ai più bisognosi. Balboni ha fondato la Caritas parrocchiale di Renazzo e ha coordinato diverse iniziative di solidarietà nel corso degli anni. La sua figura è stata scelta dai ragazzi delle scuole locali e approvata dalla Commissione toponomastica.

Il parco in memoria di Mariella. Lo hanno deciso  gli studenti

Il parco in memoria di Mariella. Lo hanno deciso gli studenti

RENAZZO

Con una delibera di Giunta, nei giorni scorsi il Comune ha deciso l’intitolazione del parco di Renazzo, tra il cimitero e la scuola secondaria di primo grado, alla memoria di Mariella Balboni (foto), nome scelto a seguito di un concorso di idee tra gli alunni della Scuola primaria e secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo 3 "Ferruccio Lamborghini". Nome approvato anche dalla Commissione toponomastica per il quale, essendo deceduta da meno di 10 anni, il sindaco aveva dovuto avviare l’iter per ottenere l’autorizzazione prefettizia in deroga alla normativa. Ora si è arrivati al termine e il parco sarà intitolati alla memoria di questa donna che ha fatto tantissimo nel volontariato, pensando ai più fragili. Mariella Balboni infatti era nata a Cento ed è scomparsa a 73 anni a causa di un male incurabile.

Era stata un’impiegata amministrativa alla Negrini Salumi di Renazzo per quasi 40 anni e, intanto, dal 1977 al 1985, aveva svolto attività di volontariato Unitalsi per i pellegrinaggi degli ammalati alla Madonna di Lourdes in Francia. E’ nel 1984 che ha fondato la Caritas parrocchiale di Renazzo, dov’è stata coordinatrice fino alla morte, sempre sotto la guida del compianto Parroco don Ivo Cevenini. Inizialmente la sua attività era volta al sostegno alle missioni in Africa e in Brasile e poi orientata all’assistenza delle famiglie italiane e straniere in difficoltà economiche, arrivando ad assistere, con consegne di ‘sporte’ spesa, pagamento bollette ecc., fino a 70 famiglie. Aveva poi costituito i mercatini di primavera ed autunno per raccogliere fondi per l’assistenza alle persone bisognose, coordinato il magazzino mobili usati dell’alto ferrarese per consegnarli a famiglie in gran parte extracomunitarie e negli ultimi anni, in parrocchia aveva gestito il Centro di ascolto per le persone con difficoltà economiche e istituito la scuola di alfabetizzazione per gli stranieri. Una vita dedicata agli altri, senza distinzioni, e sempre in modo volontario e disinteressato. "I poveri spesso non sono poveri solo materialmente, ma lo sono anche interiormente ed è qui che un vero cristiano deve dimostrare di saper mettere in pratica il Vangelo", diceva.

l.g.