Il poliziotto che sorride alla vita "Il cuore si fermò, poi mi salvarono"

Marco Malservigi, 47 anni assistente scelto della Municipale, rischiò di morire a settembre 2019 "Chiamai l’ambulanza prima del buio. Mi defibrillarono e quella voce dell’infermiere: ’oggi Dio non ti vuole’".

Il poliziotto che sorride alla vita  "Il cuore si fermò, poi  mi salvarono"

Il poliziotto che sorride alla vita "Il cuore si fermò, poi mi salvarono"

Marco Malservigi, 47enne assistente scelto della Polizia locale cittadina, sorride alla vita. "Sono stato fortunato quel giorno e oggi posso raccontarlo". Quel giorno era il primo settembre 2019 quando il cuore di Marco fece le bizze.

Marco, era in vacanza a Cagliari con la compagna e...

"Io e Monica eravamo appena arrivati, c’era brutto tempo e non andammo in spiaggia. Inizia a sentirmi uno strano formicolio al petto, non ci feci molto caso perché poi passò ma ritornò dopo cena. Eravamo vicini all’ospedale ma lo trovammo chiuso così decisi di chiamare l’ambulanza che arrivò in 3 minuti e vi salii con le mie gambe".

Poi?

"Una volta sdraiato sul lettino, ricordo di essermi visto passare tutta la mia vita in testa in un attimo. Poi il buio. Andai in arresto all’interno dell’ambulanza. Mi defibrillarono e mi riportarono in vita. Prima di riaprire gli occhi sentii la voce dell’infermiere che diceva: Marco, guarda che Dio oggi non ti vuole... Restai 22 giorni in ospedale coccolato dall’affetto di tanta gente e della mia compagna per poi tornare a casa a Pontelagoscuro".

Ora come sta?

"Bene, anche se da allora la vita è cambiata. Sono tornato al mio lavoro, che amo tantissimo. Faccio corsi di educazione stradale ai ragazzi e ogni volta parlo dell’importanza dei defibrillatori e della formazione nelle manovre cardiopolmonari".

Secondo lei oggi si fa abbastanza per sensibilizzare?

"Si sta facendo tanto ma non è mai abbastanza. Con i miei figli, di 15 e 19 anni, ho insistito perché facessero i corsi Bls, ogni famiglia dovrebbe avere in casa almeno una persona in grado di effettuare questo genere di manovre. Per non parlare degli uffici, delle aziende, ovunque. Io ero nel posto giusto al momento giusto, sono stato molto fortunato".

Anche il numero dei defibrillatori andrebbe ampliato ovunque, non crede?

"Sono strumenti fondamentali. La mia famiglia è molto sportiva e ama la pallavolo, noto che nelle palestre che frequentiamo il defibrillatore è presente. Certo, non sono mai abbastanza".

Prontezza di riflessi, via la paura, essere capaci di agire: questi i segreti per salvare una vita?

"Esattamente. Se, come me, ci si sente qualcosa di strano, chiamare subito il 118. Dalla parte opposta, chi deve intervenire, deve essere pronto, via la paura e agire in fretta. Ogni minuto perso può essere fatale".

Nicola Bianchi