MATTEO RADOGNA
Cronaca

Il ritorno dell’esercito "Dalla zona Gad al centro un tassello fondamentale per fare prevenzione"

Il sottosegretario agli interni Molteni illustra il piano deciso per i 15 militari "Abbiamo rimediato all’errore passato di toglierli, potenziando il contingente. La sicurezza non è un costo ma un investimento. Aumenteremo tutti gli organici".

Il ritorno dell’esercito  "Dalla zona Gad al centro  un tassello fondamentale  per fare prevenzione"

Il ritorno dell’esercito "Dalla zona Gad al centro un tassello fondamentale per fare prevenzione"

di Matteo Radogna

In strada sotto il sole o al freddo con la mimetica, 20 chilogrammi di giubbotto antiproiettile addosso e il mitra. Sono i militari dell’esercito che presidiano i luoghi sensibili delle città e, a distanza di un anno, il 20 settembre torneranno anche Ferrara. Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica deciderà di volta in volta quali saranno i controlli che i militari dovranno effettuare, ma il loro ritorno, soprattutto in zona Gad, costituisce un deterrente importante. Il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni si è sempre battuto per il loro ritorno e per evitare il taglio di ‘Strade sicure’, una missione che ha segnato una svolta per il mondo militare, capace non solo di operare in contesti di missioni internazionali ma anche in uno scenario meno pericoloso ma complicato: la giungla urbana. "Abbiamo lavorato per rimediare a quella che ritengo un’ingiustizia – sottolinea Molteni –. Privare le città di un tassello di sicurezza come l’esercito e, quindi, smantellare ‘Strade sicure’ è stato un errore della sinistra. A Ferrara il contingente sarà di quindici uomini, tre in più rispetto a quelli di un anno fa".

Quale sarà il compito dei militari?

"Saranno impiegati sul territorio in operazioni decise dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, e andranno a integrare il dispositivo di sicurezza interforze coordinato da questura e prefettura. Per rispondere, poi, a chi critica il ritorno dell’esercito, basta una parola".

Quale?

"Prevenzione. L’esercito è un tassello di un sistema che mira ad evitare il degrado e l’insicurezza. L’obiettivo è contenere la criminalità. Stiamo lavorando con il ministro Piantedosi per rimediare al taglio di 2mila militari dell’operazione ‘Strade sicure’. Un scelta che colpì ingiustamente anche Ferrara".

A cosa fu dovuta questa riduzione?

"La presenza dei militari nelle città fu tolta a seguito di una errata logica di riduzione del contingente dell’operazione ‘Strade Sicure’ fatta dai precedenti governi di sinistra con la legge di bilancio 2020. La loro idea è che la sicurezza sia un costo, mentre per noi è un investimento. Da qui la scelta sbagliata di depotenziare in alcune città uno strumento ulteriore di sicurezza allargata e integrata da parte dello Stato"

E adesso, cosa cambia?

"Ripristinando i contingenti dei militari, consentiremo di elevare i dispositivi di sicurezza dei territori e di deterrenza della criminalità a beneficio delle comunità locali, assecondando le legittime richieste delle stesse".

Basterà?

"La presenza dell’esercito, affiancato ad altre forze di polizia, è un deterrente che funziona e a richiederla sono i Comuni. Quando ci fu l’inaugurazione del nuovo comando della polizia locale a Ferrara, il sindaco Fabbri e il suo vice Lodi mi chiesero il ripristino del contingente. Il risultato ottenuto è la conferma, nei fatti, dell’impegno del Governo".