Ingegnere e soldato, i 99 anni di Iginio

Bondeno, Grazi festeggia il compleanno e una vita di successi. "Mi hanno rinnovato la patente solo per una stagione e questo mi disturba"

Ingegnere e soldato, i 99 anni di Iginio

Ingegnere e soldato, i 99 anni di Iginio

Due lauree in ingegneria, una ferita di guerra portata con onore, una vita dedicata al lavoro, alla famiglia, alla sua casa in campagna, al Lions di cui è socio attivo, atteso agli incontri, invitato, relatore e di cui è stato anche Governatore. Iginio Grazi (nella foto) di Bondeno, compie oggi 99 anni e si affaccia al secolo guardando avanti: "Sono i giovani la mia speranza – dice – il futuro che sapranno costruire imparando dalla storia e ricordando di aiutare gli altri. A loro dico di studiare, di studiare sempre e non smettere mai, ma anche di incontrare, di relazionarsi con gli altri, con la vita, con il mondo. Il Lions è oggi la mia vita – racconta –. Non passa un solo giorno che non debba incontrare qualcuno, anche di club di altre regioni e quando devo fare discorsi, preparo le mie relazioni con il computer. Proprio come i giovani". Ma c’è una cosa che Iginio Grazi non digerisce proprio: "Guido la mia auto, parcheggio addirittura benissimo e mi sposto quasi sempre da solo – segnala e sorride – ma mi hanno rinnovato la patente solo per un anno e questo mi disturba". Un secolo di vita e la tenacia di sempre: "Ho girato il mondo – ammette – mi manca solo il sud America e non è detto che quest’anno non parta per visitarlo". Giacca rigorosamente scura e camicia impeccabile. Per Iginio Grazi la classe non è acqua. "Ho partecipato alla vita nel vero senso della parola – racconta – l’ho vissuta, goduta, tribolata. Ho fatto tutto il possibile. Dopo una vita in Italia e all’estero come ingegnere ho voluto tornare alla terra. Nella radici della mia famiglia. Ero l’unico tra i miei fratelli che ne era rimasto fuori. Le passeggiate tra i campi di questa pianura oggi sono ogni giorno un respiro".

Sui libri sin da giovane: "Dopo la laurea in fisica all’università di Ferrara a mio padre non bastava – racconta – e mi sono iscritto, laureandomi a pieni voti, ad Ingegneria meccanica a Bologna poi a Roma, completando con un corso di specializzazione a Torino". Intanto la guerra: "Nel 1943 sono stato arruolato nell’Aeronautica – racconta – operavo negli aeroporti presi di mira dai bombardamenti e nella costruzione di ponti, strade, fortificazioni militari con il Genio Civile. Nell’aprile del ‘45, quando hanno bombardato l’aeroporto di Bologna sono rimasto ferito. Mancavano i medicinali. Mi hanno trasferito a casa, a Bondeno e mi hanno curato proprio qui. Devo ai medici di Bondeno di allora la mia vita". Ha lavorato come ingegnere nell’industria saccarifera, per la Fiat e la Michelin, per la Solvay e per avvicinarsi alla moglie e alla figlia, come agente generale per le assicurazioni.

Da quarant’anni è nel Lions club di Bondeno ricoprendo moltissimi incarichi, ottenendo riconoscimenti e attestati, è stato anche governatore del distretto, è socio onorario di club di altre province: "Con il Lions ho imparato ad essere più comunicativo – dice – ho tirato fuori quello che ancora c’era dentro di me ma non riuscivo ad esprimere. Mi ha dato lo stimolo ad evadere da un cerchio chiuso. Sono i pensieri che creano un fatto concreto. Ho bisogno di stare insieme alle persone che mi danno la possibilità di esprimere quello che ho dentro. E’ questa la mia forza verso il secolo".

Claudia Fortini