LAURA GUERRA
Cronaca

"Io, la disco e Morricone. Fu il primo a darmi fiducia"

Amii Stewart canterà al parco Coletta: "Ho bellissimi ricordi di Ferrara. Negli anni ‘80 venni per incidere ‘Perle nere’. Sono nata per fare l’artista". .

"Io, la disco e Morricone. Fu il primo a darmi fiducia"

"Io, la disco e Morricone. Fu il primo a darmi fiducia"

Sarà la voce internazionale di Amii Stewart ad accendere l’atmosfera natalizia venerdì a Ferrara, con un concerto alle 20.30 al parco Coletta.

Amii, qual è il suo legame con Ferrara?

"Ho bellissimi ricordi di Ferrara. Negli anni ’80 venni per incidere il mio disco ‘Perle nere’, nello studio di Davide Romani. Un momento magico per me. Di Ferrara avevo visto poco, ricordo il Castello e immaginavo che nel fossato anticamente ci potessero essere i coccodrilli. Questa sarà occasione per rivedere Ferrara dopo tanti anni".

Cosa farà ascoltare?

"È un concerto per celebrare l’arrivo di Natale e quindi sarà variegato, con tutti i miei successi degli anni 70-80, brani in italiano, quelli natalizi. Un concerto per tutte le età. Sicuramente ci saranno persone che non erano ancora nate quando cantavo la musica disco. Sarà molto bello, sul palco ci divertiremo e spero di trasmettere questa gioia. Canterò anche ‘Perfectly beautiful’ che ho inciso quest’anno e che parla della bellezza naturale che ognuno possiede, brani con pianoforte e voce scelti al momento e messaggi di pace, il lavoro che ognuno di noi dovrebbe fare. Un sorriso dato in un solo istante a qualcuno, ha un potere inimmaginabile".

Che effetto le fa vedere che i suoi successi fanno ancora ballare attraversando le generazioni?

"È la prova che quando una canzone è bella, ha una grande melodia, costruita bene, lo è indipendentemente da quando è stata incisa e non muore mai. Io ad esempio, amo ‘Figli delle stelle’, che mi fa ballare e sorridere nel cuore. Quella è la magia della musica".

Tra queste, ‘Knock on Wood’. Com’è nata?

"È stata incisa a Londra nel ’77, idea dell’estroso produttore Barry Leng nel pieno dell’era della disco music. In quel momento, non volevo lasciare il teatro che amo, stavo lavorando a un musical e sono entrata in studio per incidere la canzone prendendola come un gioco perché fino a quel momento avevo sempre cantato dal vivo a Brodway. L’ho fatto per avere una sensazione diversa e non avrei mai pensato che invece mi avrebbe cambiato la vita. Sono poi riuscita a fare tante cose diverse e tutte belle ma resto con i piedi per terra".

Regina della disco music e icona di libertà, che futuro vede visto che si vanno spesso a rimaneggiare successi del passato?

"Quando la musica è bella, vive per sempre. Era un momento magico di una discomusic nata dalla voglia di scappare dopo un periodo di grande discussione, cambiamento, scoperte della libertà anche sessuale. Nasce da un momento sociale molto difficile ma a quel tempo, le difficoltà sono state trasformate in gioia, in poesia contro tutto ciò che non funziona mentre oggi la musica è arrabbiata e senza melodia per far concentrare solo sulle parole".

Perché ha scelto di vivere in Italia?

"Voi mi conoscete come artista di disco music ma io non mi sentivo così. Volevo solo essere un interprete di musica e non essere etichettata e dover fare solo un genere di musica. L’unica casa discografica che mi dava carta bianca artistica era la Bmg Italia e firmai perché succede solo una volta nella vita. Mi ha portato tante gioie musicali diverse, ho lavorato con Morandi, con Morricone, in teatro e mi ha aperto le porte per essere una creativa, un’artista completa. In Italia mi sono sentita libera".

Chi l’ha segnata di più?

"Morricone. Era immenso. Interpretare la sua musica portava a un livello celestiale, così alto e con una responsabilità così grossa che o crescevi come artista o cadevi. Erano gli anni ’80 e vide in me l’artista che io non vedevo e che avrei potuto diventare. Sognavo di diventare un’interprete di musica leggera, non solo cantante, e il passo più importate fu la fiducia che mi diede lui".

Ha sempre scelto da sola?

Si, soprattutto per la mia immagine. Devo sentirmi bene e autenticamente me stessa per dare sempre il massimo perché sul palco ti senti nuda e stai aprendo l’anima al pubblico. E lavorare tanto con la voce, prepararsi, tirare fuori cose sempre più mature, più belle e sentite". Riprendendo ‘Light my fire’, questo fuoco quando è nato in lei?

"Sono nata per essere artista e per questo sono così felice e grata per essere riuscita a vivere attraverso la mia dote naturale".