"La diversità è ricchezza. Mi candido per dare voce a chi non è rappresentato"

Adam Atik, candidato per la lista civica di Anselmo, racconta il suo percorso politico partendo dall'infanzia segnata dalla discriminazione. Dopo esperienze con associazioni e le Sardine, si ricandida per rappresentare le voci emarginate e promuovere la giustizia sociale. Si oppone ai Cpr e propone progetti per migliorare la città, come potenziare i percorsi ciclopedonali e creare opportunità di lavoro per i giovani.

Adam Atik, candidato per la lista civica di Anselmo, come si è avvicinato alla politica e quale è il suo percorso?

"Da quando avevo circa 11 anni, le prime volte in cui episodi di discriminazione mi hanno fatto sentire diverso dai miei compagni di classe. Poi ho iniziato la mia attività con ‘Occhio ai media’ e ‘Cittadini del mondo’, di cui poi sono diventato presidente. Sono maturato con il fatto di voler essere uguale, e sono arrivato con il risultato di essere diverso, ma la diversità è piena di ricchezza. Mi sono candidato con coalizione civica a supporto di Roberta Fusari e ora mi ricandido per continuare il percorso. Ho sempre fatto militanza politica, organizzando le manifestazione per le sardine, per la Palestina, contro i Cpr, per far capire che non accettiamo che gli invisibili vengano calpestati da una propaganda sulla loro pelle, non costruttiva per migliorare la situazione". Dopo l’esperienza nel 2019 cosa l’ha spinta a ricandidarsi?

"Mi candido perché la città sta morendo, il problema non è chi amministra ma come si amministra. Mi candido per rappresentare le voci che non sono rappresentate perché non possono partecipare attivamente alla vita politica, le persone straniere che non hanno la cittadinanza, è una sfida difficile, ma ambisco alla giustizia sociale che permetta alle persone di vivere e usare le proprie comunità come un ponte verso le altre comunità".

Da presidente dell’associazione cittadini del mondo cosa pensa dei Cpr? "Noi continueremo a non accettare la costruzione di un centro per il rimpatrio nella nostra città e ovunque, perché nei cpr non ci vanno i delinquenti, per cui c’è il carcere, ma persone che hanno un problema amministrativo, strutture di cui le inchieste hanno mostrato le condizioni di vita precarie, che portano anche al suicidio. Ancora non si capisce se sarà fatto o no il cpr a Ferrara, Balboni aveva negato ma è stato smentito in Senato".

Cos’è rimasto delle Sardine?

"Sono rimaste tante persone che continuano a cercare di migliorare la città. Le sardine sono state un pretesto per riportare in piazza le persone che da troppo tempo non lo facevano più, disillusi dalla finta rappresentanza".

Quali progetti intende portare avanti?

"Sono tantissimi, uno tra tutti: potenziare i percorsi ciclopedonali, a Ferrara e nelle frazioni, vedo troppi incidenti in via Comacchio, via Pomposa, via Padova. Penso anche a un gruppo di giovani che lavori sui bandi europei per creare progetti che si trasformino in lavoro".