Passa anche attraverso un piatto di pennette al pomodoro – servito ieri nella tarda mattinata tra i tavoli di ’Primon’ ristorante di Goro che affonda le radici nel lontano 1945 – la lotta senza quartiere al granchio blu. "Piccoli sono ottimi per il sugo, danno grande sapore", spiega il ministro Francesco Lollobrigida, che ha ’vestito’ nella tarda mattinata di ieri – tappa finale dell’incontro con i pescatori di Goro ormai in ginocchio stretti tra le tenaglie del crostaceo che tutto divora – i panni dello chef. E’ questa – la vendita del crostaceo sui tavoli dei ristoranti, nelle pescherie – una delle armi per debellare un flagello del mare che, arrivato dagli Stati Uniti ormai molti anni fa, da qualche mese sta divorando vongole e cozze, pesci nelle maglie delle reti che ogni mattina i pescatori trovano tagliate. Il passaggio di un killer che per il momento non trova ostacoli. Ieri, nella sede di Conuno, Consorzio unitario novellame presieduto da Massimo Genari, erano presenti centinaia di pescatori e i presidenti delle cooperative ittiche. In attesa di una risposta, non facile da trovare. ""La situazione è drammatica. Attiveremo tutti gli strumenti, tutti i modelli che ci permettano di affrontare il problema a 360 gradi", ha precisato ancora il titolare del dicastero all’agricoltura e alla sovranità alimentare. Tra questi, recinti per proteggere gli allevamenti e teli da collocare sul fondo del mare per contrastare l’invasione della specie. Al tavolo, a fianco del ministro, Fausto Gianella, presidente della cooperativa ittica La vela, Galeazzo Bignami, viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, i senatori Mauro Malaguti e Alberto Balboni, il sindaco di Goro Maria Bugnoli, l’assessore regionale alla pesca Alessio Mammi. A Genari il compito di passare la parola, alla ricerca di soluzioni mentre al microfono si alternavano i protagonisti – loro malgrado – di questa campagna d’estate per riuscire quantomeno a rallentare l’invasione. Chiare e amare le parole di un funzionario del ministero: "Dobbiamo imparare a convivere con questa specie aliena".
"É un vero e proprio flagello", scandisce le parole Gianella. Qualcosa è già stato fatto. Il governo ha messo sul piatto quasi tre milioni, serviranno per la cattura del granchio blu (alla ricerca di strumenti sempre più efficaci, non solo le nasse) e per lo smaltimento. "Il governo è pronto a fare la sua parte", l’assicurazione del ministro ai pescatori alle prese con quello che è stato definito il nemico pubblico numero uno. "Il granchio blu – ha sottolineato ancora – rischia di distruggere un intero ecosistema mettendo in ginocchio la pesca, in crisi il sistema mare. Le misure che ci sono state richieste sono state attuate ed in tempi brevi. La strada prioritaria è la cattura, lo smaltimento. Ma oggi in Italia c’è curiosità per questo crostaceo, va attivata la filiera". Che dal mare lo porta nelle nostre tavole, cotto a fuoco lento. Sull’esempio dell’America.
Mario Bovenzi