"La Regione tuteli le imprese, non chi protesta"

Portomaggiore, il Centro agricoltura chiede alle istituzioni di essere super partes nell’autorizzazione all’impianto fanghi

"La Regione tuteli le imprese, non chi protesta"

"La Regione tuteli le imprese, non chi protesta"

"Il progetto di realizzazione dell’impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi da trasformare in fertilizzanti per l’agricoltura sta procedendo seguendo l’iter di legge. Le istituzioni garantiscano il diritto d’impresa", non arretra Paolo Ceccardi, presidente del Centro Agricoltura Ambiente, l’azienda bolognese che ha presentato il progetto per l’insediamento di uno stabilimento per la lavorazione dei fanghi a Portoverrara. Sull’impianto, la Regione, attraverso l’assessore Irene Priolo, ha espresso la sua contrarietà nonostante sia in corso l’iter autorizzativo.

Ceccardi esprime delusione per la presa di posizione: "Con un iter autorizzativo in corso e una procedura alla luce del sole valutata, in conferenza dei servizi in Regione, dagli enti preposti a controllare che tutto sia in linea con le regole e normative vigenti, non ci hanno lasciato indifferenti le parole dell’assessore regionale all’Ambiente Irene Priolo, che ha espresso la contrarietà per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi per trasformarli in fertilizzanti utili all’agricoltura e si è detta pronta ad adire le vie giudiziarie. "Questa posizione – dice Ceccardi – oltre a lasciarci stupiti e perplessi, solleva alcune riflessioni, perché stiamo parlando di un iter autorizzativo in corso con regole stabilite dallo Stato e dalla stessa Regione, e l’assessore all’Ambiente Priolo, fra l’altro, sovrintende l’Arpae, uno degli enti preposti a valutare il nostro impianto. L’altra riflessione è che crediamo che le istituzioni debbano aiutare le aziende a gestire le proteste territoriali affinché le opere vengano realizzate. Ci chiediamo, poi, a cosa servano leggi e regole se non basta seguirle per poter realizzare un impianto? Ma anche davanti ai migliori propositi e di fronte all’evidenza dei dati scientifici, la contestazione si allarga quando anche le istituzioni non favoriscono un normale processo di comunicazione, condizionando la crescita economica".

Nel futuro impianto saranno trattate 60 mila tonnellate all’anno di fanghi biologici, quando in Regione la produzione si attesta attorno alle 400 mila tonnellate. Il traffico generato dall’impianto si attesterà in estate sui tre camion all’ora. L’area da riqualificare copre una superficie di 14.300 metri quadrati e comprende tre fabbricati: un edificio rurale, una stalla e una tettoia per il ricovero delle macchine agricole. Per quanto riguarda l’importante aspetto ambientale, la produzione di fertilizzante sarà pari a 78.000 tonnellate annue, idonee a soddisfare le necessità agronomiche di 2.000-2.500 ettari.

Franco Vanini