FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

La succursale del Roiti è al freddo. E gli studenti se ne tornano a casa

Tredici gradi nelle aule con i ragazzi ’armati’ di giubbotti e panni. Un prof: "Situazione paradossale". La Provincia al lavoro: "Ma la situazione è a macchia di leopardo, stiamo cercando di risolvere".

La succursale del Roiti è al freddo. E gli studenti se ne tornano a casa

La succursale del Roiti è al freddo. E gli studenti se ne tornano a casa

Difficile sudare la sufficienza se in aula ci sono 13 gradi. In quel del Liceo Roiti nella succursale ferrarese di via Azzo Novello 2 fa freddo. L’immagine che fornisce Federico Brogli, studente della classe 5°N, è eloquente: coperte, maglioni, maglie termiche, giacconi. Non è un kit per campeggiare nel Montana, ma quello che studentesse e studenti si portano a scuola da quando – a metà novembre – le temperature si sono abbassate e, contestualmente, alcuni termosifoni hanno smesso di funzionare. A contattare il Carlino è Daniele Droghetti, docente del Roiti, con l’intento di denunciare una situazione che, a detta di studenti, personale e docenti, si protrae da tempo: alcuni termosifoni non funzionano e nelle rispettive aule fa parecchio freddo. Talmente freddo che, per una forma di protesta, gli studenti di 5°M a dicembre e, ieri, quelli di 5°N si sono firmati il permesso per uscire (sono maggiorenni, non serve la firma dei genitori) e se ne sono andati, dal primo all’ultimo, lasciando le classi vuote. D’altronde, freddo e studio non si sposano granché bene. "A volte i termosifoni non funzionano – spiega il professore – e va a finire che c’è un’ala della scuola fredda: oggi (ieri per chi legge, ndr) era ghiacciata. La stessa aula insegnanti è invivibile, anche perché il freddo che, aprendo le porte, entra da fuori, peggiora la situazione".

Di solito, la questione riguardava qualche aula del pianterreno: "In questo momento, invece, – aggiunge Droghetti – anche di sopra, nell’atrio C, è tutto ghiacciato. Le bidelle chiamano la provincia e la vicepreside, ma la cosa non si risolve". "Questa mattina – testimonia Martina Arrighetti del personale scolastico – l’85% dei termosifoni non funzionano: i ragazzi stanno con il giaccone e la temperatura è sui 13 gradi. I disagi vanno avanti da questo autunno. Noi facciamo diverse segnalazioni alla provincia: sono venuti, ma il problema non si risolve". Chiamata in causa (com’è giusto che sia), la Provincia ha puntualmente risposto. Lo ha fatto nella persona di Leonardo Bottoni, responsabile dell’edilizia scolastica dell’ente di Ferrara. "Siamo andati in mattinata: i tecnici stanno arrivando". Si parla di una situazione "a macchie di leopardo: ci sono alcune aule calde e altre fredde. Siamo già intervenuti due settimane fa, ma il problema si è ripresentato". Comunque, rassicura Bottoni, "non si tratta dell’85% delle aule, ma di 5 aule e un solo atrio. C’è qualche problema di disequilibrio di un impianto che è enorme: sono quasi 500 termosifoni. Ci stiamo lavorando: speriamo di risolvere al più presto".

In tutto questo, la parola va data anche agli studenti: è ancora Federico Brogli a chiarire alcuni punti. Secondo Brogli, i problemi del riscaldamento erano noti già da settembre, tanto che gli studenti erano stati avvertiti. Ieri – "gli atri senza riscaldamento erano tre: due degli studenti e uno degli insegnanti. E ogni atrio avrà circa 6 aule. Come ci sentiamo? Delusi. Delusi per come si sta gestendo la cosa: è impossibile che in 4 mesi non si sia risolto. Ci dispiace abbandonare le lezioni per il freddo. Studiare è un nostro diritto, ma così è impraticabile". Insomma, che siano cinque aule o tre atri interi, il problema va risolto. A chi legge non resta che attendere, lasciando ai termostati l’ardua sentenza.