FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

L’affaire di via Favero. La ’battaglia’ del verde finisce dritta in Procura: "Fare luce sui lavori"

L’atto depositato in via Mentessi dalla capogruppo di Ferrara Nostra. La Savini aveva voluto fortemente una commissione d’indagine. Tutto ruota attorno al permesso dato per l’edificabilità dell’area.

L’affaire di via Favero. La ’battaglia’ del verde finisce dritta in Procura: "Fare luce sui lavori"

L’affaire di via Favero. La ’battaglia’ del verde finisce dritta in Procura: "Fare luce sui lavori"

Probabilmente doveva finire così, con un esposto in procura. Considerando con quanta pervicacia ha portato avanti questa ‘battaglia’ la capogruppo uscente di Ferrara Nostra, Francesca Savini, era pressoché inevitabile che andasse a finire così. Ebbene, ora anche la procura estense si occuperà dell’affaire di via Favero. E dell’area verde a cui tanta parte della comunità di abitanti della zona ha dimostrato di essere particolarmente affezionata. Ma mettiamo in fila gli elementi. Il punto chiave per capire la vicenda – e l’esposto – è la relazione conclusiva della commissione consiliare d’indagine, anch’essa fortemente voluta dalla consigliera di maggioranza e dal collega Luca Caprini con il quale ha firmato l’esposto. Peraltro, oltre alla relazione, all’esposto è allegata anche l’intera documentazione presa in esame nel corso delle sedute dell’organo di indagine comunale. La vicenda risale al 1989/90. Quell’area verde che avrebbe dovuto rimanere verde, a servizio della Comunità, ha invece un destino diverso e controverso. Come viene sottolineato nella relazione, le prime "criticità" appaiono nel 2012. Nell’ambito della discussione legata al regolamento edilizio – che dava esecuzione al Psc – viene presentata un’osservazione, poi approvata l’anno successivo, che in qualche modo cambia la ‘destinazione d’uso’ del parco. Poi, la questione di via Favero si perde nelle pieghe dell’attività amministrativa. E si arriva così al 2019. Anno nel quale viene concesso il permesso all’edificabilità dell’area verde. Nel 2020, inizia l’accantieramento dell’area, che viene recintata. E, da allora, i residenti di fatto non ne dispongono più. Qui iniziano i malumori della comunità residente, che culmina nelle scorse settimane. Era il 20 ottobre dello scorso anno quando una cinquantina di residenti si schierarono davanti al parco e, striscioni alla mano, chiesero a gran voce una marcia indietro sull’edificabilità dell’area.

Al sit-in, per la verità, parteciparono anche esponenti dell’opposizione a partire dal capogruppo dem, Francesco Colaiacovo. Poi, in Consiglio Comunale, si consumò la frattura. Savini denunciò da subito "la presenza di passaggi opachi" e "misure poco trasparenti" nell’ambito di quella pratica. Motivi sufficienti per chiedere l’istituzione di una commissione d’indagine ad hoc. Il Pd, pur sostenendo l’esigenza di fare chiarezza sulla vicenda, si oppose all’idea di istituire un organismo apposito sul punto. La maggioranza, tuttavia, ebbe la meglio.

A commissione conclusa, i consiglieri di maggioranza uscenti chiedono alla procura che "vengano svolte tutte le indagini necessarie al fine di accertare se si siano verificate condotte penalmente rilevanti" in ordine ai fatti esposti dalla documentazione allegata. Insomma, al di là della campagna elettorale, l’attività amministrativa sfocia nelle aule giudiziarie benché l’iter sia ancora a un livello embrionale. È chiaro che, però, Savini e Caprini vogliano vederci chiaro e non siano intenzionati a mollare l’obiettivo. Nel frattempo, a quanto apprendiamo, l’azienda avrebbe fatto richiesta al Comune di iniziare i lavori al parco. E questo ulteriore elemento accelera necessariamente la volontà, da parte dei consiglieri di maggioranza, di fare chiarezza sulle presunte irregolarità nella pratica via Favero.