FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

L’allarme di Zattoni (Uil): "Cra, i rincari sulle rette azzerano le pensioni. Donne più penalizzate"

Dai dati Inps emerge una situazione drammatica sul versante sociale. In media le persone non riuscirebbero a far fronte al costo delle strutture.

L’allarme di Zattoni (Uil): "Cra, i rincari sulle rette  azzerano le pensioni. Donne più penalizzate"

L’allarme di Zattoni (Uil): "Cra, i rincari sulle rette azzerano le pensioni. Donne più penalizzate"

Azzeramento delle pensioni. Le preoccupazioni che i sindacati confederali hanno espresso a fronte dei rincari previsti sulle rette delle cra per anziani e delle strutture di accoglienza per disabili sono più che fondate. E sono i numeri a dirlo. Per fare una simulazione sul reale contraccolpo che le pensioni avrebbero a fronte dei rincari, assieme a Giorgio Zattoni (segretario dei pensionati Uil-Uiltucs), siamo partiti dai numeri forniti da Inps nell’ultimo rendiconto sociale. Una premessa: i numeri pubblicati nel 2023, fanno riferimento ai valori dell’anno precedente. A ogni modo, la sostanza non cambia. E, come detto in premessa, "la nostra preoccupazione è data dal fatto che le pensioni dei cittadini ferraresi, con questi rincari, sarebbero davvero azzerate. Anzi, per le donne non basterebbero neanche a coprire i costi". Andiamo per gradi. Complessivamente, su scala provinciale, le pensioni erogate dall’Inps sono 107mila mentre la popolazione over 65 è stimata in oltre 97mila unità. Una porzione di cittadinanza significativa che, sul totale di 328 mila abitanti, rappresenta quasi il 30%. Guardando ora agli importi, la pensione media mensile per le donne si aggira attorno ai 895 euro. Quella degli uomini supera di poco i 1.700 euro. Importi decisamente inferiori a quelli che si registrano in Emilia-Romagna. "Un ulteriore segnale di debolezza e fragilità del nostro territorio", commenta il sindacalista dei pensionati Uil. Sì, perché in Regione in valore medio delle pensioni per le donne arriva a 986 euro, mentre gli uomini sono poco al di sotto dei duemila (1.937 per la precisione). L’aumento previsto sulle rette è di circa 4,10 euro al giorno che, su base mensile, significano 123 euro e, su base annua, attorno ai 1.500 euro. "Considerando che il range di prezzi delle rette nelle residenze per anziani varia dai 1.600 euro ai 3.200 euro su base mensile – analizza Zattoni – è evidente che con questi rincari i pensionati non ce la farebbero minimamente ad affrontare queste spese già ingenti".

Un esempio concreto. Prendiamo in considerazione la retta più bassa (1.600 euro), a cui va aggiunto il rincaro su base mensile. Con questi prezzi, considerando il valore medio delle pensioni degli uomini (assunto che per le donne non sarebbe in alcun modo sostenibile), risulterebbe che l’importo della pensione non sarebbe neanche sufficiente a coprire la retta. Trascurando il fatto che "spesso – spiega Zattoni – oltre alla retta occorre che i pazienti (o le loro famiglie) provvedano all’acquisto di medicinali in autonomia".Non va tanto meglio in Regione. Gli anziani, a fronte dei rincari, sarebbero costretti a vivere con poco più di duecento euro al mese (214). "è evidente – analizza Zattoni – che alla luce di queste simulazioni, la situazione sarebbe davvero insostenibile. Noi rappresentanti di lavoratori e pensionati siamo davvero allarmati. E questa preoccupazione riguarda anche la tenuta dei conti negli enti locali più piccoli". Sì, perché a fronte della morosità dei pazienti che non riescono a pagare le rette, dovranno essere i comuni a provvedere. Se per il Comune capoluogo questo provvedimento potrebbe essere in qualche misura sopportabile "i piccoli comuni – chiude l’esponente della Uil – rischierebbero di mandare in dissesto i conti".