L’analisi di Confesercenti: "Turismo, siamo tornati ai livelli pre-pandemia. I negozi resisteranno"

Il presidente provinciale Nicola Scolamacchia durante il convegno per festeggiare i 50 anni dell’associazione: "Restano intatti i valori e lo spirito che animarono il gruppo originario di fondatori".

L’analisi di Confesercenti: "Turismo, siamo tornati ai livelli pre-pandemia. I negozi resisteranno"

L’analisi di Confesercenti: "Turismo, siamo tornati ai livelli pre-pandemia. I negozi resisteranno"

Mezzo secolo di storia alle spalle, ma con i piedi nel presente e lo sguardo verso il futuro. Confesercenti ha celebrato ieri pomeriggio, con un convegno dedicato al turismo che ha visto alternarsi al tavolo dei relatori Sandro Billi del Centro studi turistici di Firenze, Arianna Bauckneht (Market team manager) ed Eleonora Giovannini (Account manager). Per ripercorrere questo mezzo secolo di storia e provare a indicare le coordinate della rotta futura, abbiamo intervistato il presidente provinciale Nicola Scolamacchia.

Presidente, cosa resta voltandosi indietro e portando le lancette dell’orologio al 1973?

"Restano i valori e lo spirito che mosse quel gruppo originario di imprenditori, che diedero vita all’associazione. Le persone che con il loro lavoro quotidiano in tutti questi anni ci hanno permesso di arrivare fino a oggi. Proprio pochi giorni fa, siamo andati a trovare uno dei fondatori, che ora ha 93 anni. E lo sprone è stato molto chiaro: per tentare di fare qualcosa di utile alle nostre imprese e più in generale al territorio, occorre lavorare e marciare uniti".

Il commercio di dettaglio, sia esso svolto in sede fissa o tra gli ambulanti, non vive un momento particolarmente felice. Quali sono le prospettive del settore di qui al futuro?

"Serpeggia, anche tra alcuni dei nostri associati, il timore che il settore possa scomparire. Ma io sono convinto che il commercio di vicinato non scomparirà mai. Magari potrà cambiare forma rispetto a come lo conosciamo adesso. Ma non scomparirà, anzi".

Quale è la "ricetta" per tenerlo in vita e magari rilanciarlo?

"Personalmente credo poco alle ‘ricette’. Posso però dire che secondo me la componente vincente del commercio di dettaglio è quella legata alla relazione umana. In tempo di rarefazione di contatti, di social network e intelligenza artificiale, le persone hanno bisogno di stabilire un contatto con un commerciante che sappia indirizzare la clientela su questo o quel prodotto, che la consigli, che si confronti. La standardizzazione non può funzionare in un settore come il nostro".

Sul turismo ci sono opinioni contrastanti. Lei è presidente dell’associazione e un operatore del settore ricettivo, come valuta la situazione che stiamo vivendo?

"La città sta andando tutto sommato bene. Siamo tornati ai livelli pre-pandemici, superando i numeri registrati nel 2022. Ferrara sconta, tuttavia, alcuni gap che sono comuni a tutte le destinazioni turistiche di medie dimensioni. Alcuni ‘mercati’ tendenzialmente legati a località particolarmente distanti – dalla Cina all’India, passando per il Nord America – ancora fanno fatica a riprendere il passo. Ma confido che riprenderanno a breve. A ogni modo va ribadito un concetto: la promozione turistica e il successo di una località in termini di appeal sul mercato non dipendono solo dall’azione pubblica, ma soprattutto dal lavoro dei privati".

Come si immagina Confesercenti nel futuro?

"Come un’associazione sempre più vicina alle imprese, non solo fisicamente. Un erogatore di competenze e conoscenze, orientato alla formazione e a indirizzare gli imprenditori verso le opportunità di domani per permettere loro di ‘stare’ sul mercato".