ALBERTO LAZZARINI
Cronaca

L’anno accademico. La rettrice Ramaciotti: "Sradicare stereotipi". Corsi sempre più rosa

Intensa e articolata la sua relazione davanti ad un folto pubblico "La ricerca continua ad essere un robustissimo pilastro dell’Ateneo". La cerimonia si è svolta ieri mattina nel nuovo Polo didattico di Cona.

L’anno accademico. La rettrice Ramaciotti: "Sradicare stereotipi". Corsi sempre più rosa

La didattica come "un fuoco" creato dall’incontro con il maestro, con il formatore, per "rendere viva una vita". Lo ha raccomandato lo psicoanalista e saggista Massimo Recalcati chiamato a tenere la prolusione, ieri mattina, della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo di Ferrara che si è svolta nel nuovo Polo didattico di Cona, gremito di pubblico.

Unife, giunta al 633° anno di attività, ha tutte le carte in regola per offrire adeguate competenze, e non solo, ai 28.149 studenti, come è emerso dall’intensa e articolata relazione svolta dalla rettrice Laura Ramaciotti che in apertura ha sottolineato quanto, la nostra, sia un’epoca di "cambiamento accelerato". Di qui la necessità di permeare molti campi applicativi dell’uso dell’intelligenza artificiale. Unife, ha aggiunto, offre certezze a cominciare dai valori di libertà e pluralismo, coscienza civile e interesse per il sapere. Ma le opinioni, ha poi ammonito, devono sempre essere espresse "con civiltà e rispetto". Gli obiettivi, comunque, non finiscono qui: "occorre sradicare gli stereotipi", fra cui quello della donna non vocata alle scienze: a Unife ("orgogliosamente pubblica") il vento è cambiato e la metà di questi corsi è frequentata da ragazze. Poi la rettrice ha presentato un vero e proprio bilancio dell’attività dell’ateneo snocciolando progetti, dati e cifre, tutti riconducibili a una realtà in costante crescita e sempre più attenta alle esigenze degli studenti per i quali, ha osservato, è stata innalzata la quota di reddito per avere l’esenzione; un terzo, inoltre, è esonerato dalle tasse e la metà hanno usufruito di riduzioni. "La ricerca – ha proseguito la rettrice – continua ad essere un robustissimo pilastro del nostro Ateneo. Dal Ministero dell’Università e Ricerca sono giunti (Pnrr) 11 milioni per un totale di 141 progetti e altri fondi dalla regione. Sul fronte strutturale e tecnologico, Unife ha ottenuto un finanziamento di 5 milioni per strumentazioni di ricerca". Quanto al patrimonio architettonico, gli investimenti messi in campo "sono sintetizzabili in tre azioni principali: aumentare la capienza disponibile degli spazi dedicati alla didattica e alla ricerca, incrementare la sicurezza e l’accessibilità degli edifici, conservare e tramandare per le generazioni presenti e future l’identità dei luoghi entro i quali si svolge la vita universitaria". Nel solo ambito degli interventi conseguenti gli eventi sismici del 2012, l’investimento è di 56 milioni di euro. Ramaciotti era giunta in sala chiudendo il tradizionale, suggestivo corteo accademico con tutte le autorità dell’ateneo compresi ex rettori e rettori di Università non solo regionali, accolti dallo splendido coro dell’ateneo. Un filmato ha preceduto l’intervento della rettrice che al termine è stata avvicinata, come da tradizione, da un gruppo di goliardi dell’Associazione "Afu de li 4S" che le hanno fatto dono di un casco da cantiere a significare i tanti lavori in corso o magari un elmetto a protezione delle critiche. Già, le critiche: Alessandra De Fazio, rappresentante degli studenti, non le ha mandate a dire lamentando i mezzi di trasporto sovraffollati, l’annoso problema degli affitti, la sensazione di non essere trattate (le meridionali) come tutte le altre e poi, allargando l’orizzonte: la lotta alle "logiche patriarcali", all’autonomia regionale differenziata, alla privatizzazione di sanità e istruzione, chiedendo stop alla guerra in Israele-Palestina. Roberta Russo del Comitato unico di garanzia si è soffermata sul linguaggio inclusivo. E a conclusione, come si accennava, Massimo Recalcati, ha sostenuto che si è buoni eredi di una tradizione se, mantenendosi fedeli, la si riconquista in modo originale. Di qui la necessità, di "Saper restare" in questi tempi difficili caratterizzati dal "naufragio della parola" "Il presidente Mattarella è uno dei pochi a far capire che le parole hanno un peso". Infine il riferimento a Pasolini: "Il desiderio di morte è prodotto dal vuoto della cultura".