Lavori al Mazza, l’udienza. I consulenti della procura: "Ecco tutte le criticità, margini di sicurezza erosi"

Processo stadio, ricostruite le presunte carenze di curva est e gradinata nord "Alcune anomalie sottoponevano l’impianto a sollecitazioni non previste. Gli interventi successivi hanno sanato in minima parte, non furono risolutivi". .

Lavori al Mazza, l’udienza. I consulenti della procura: "Ecco tutte le criticità,  margini di sicurezza erosi"

Lavori al Mazza, l’udienza. I consulenti della procura: "Ecco tutte le criticità, margini di sicurezza erosi"

Dopo i lavori di ampliamento lo stadio Mazza presentava diverse criticità, nelle quali i margini di sicurezza previsti dalle normative non sarebbero stati rispettati. Criticità che gli interventi svolti in seguito all’apertura dell’inchiesta avrebbero sanato in minima parte, ma senza essere risolutivi. Carlo Pellegrino e Mario Organte, i due consulenti che hanno accompagnato l’attività investigativa della procura nell’ambito della vicenda partita dal sequestro di alcune porzioni dell’impianto sportivo, iniziano da questa premessa per poi entrare nel merito delle singole presunte anomalie. Il ragionamento dei tecnici, ascoltati nell’udienza di ieri del processo sui lavori al Mazza, ha quindi messo sotto la lente le modalità con cui sono stati svolti i lavori alla curva Est e alla gradinata Nord, elencando quelle che loro hanno riscontrato come carenze dal punto di vista costruttivo.

Le domande del pubblico ministero Barbara Cavallo e dei difensori si sono soffermate su bulloni, piastre e controventi. Al centro del dibattimento sono finite le barre filettate utilizzate al posto dei bulloni e le piastre "non a contatto", criticità grave per i consulenti, secondo i quali "occorreva una cura esecutiva molto maggiore". Il discorso si è spostato poi sulla "eccentricità" delle capriate della gradianta Nord rispetto ai montanti. Una difformità rispetto al progetto che, ha spiegato Pellegrino, "comporta sollecitazioni aggiuntive non previse", creando uno "sbilanciamento". A domanda del pubblico ministero sul rischio di tali aspetti, il consulente ha risposto che sollecitazioni aggiuntive "erodono i margini di sicurezza previsti dal progetto". Per quanto riguarda la curva Est, i tecnici parlano di "controventi sotto tensione" ed "eccentricità tra piastre che possono provocare sollecitazioni non previste". L’esame dei due testi è passato poi a valutare l’utilizzo di rondelle e la "mancanza di imbottiture" tra le piastre, fatto che avrebbe portato a "diminuire drasticamente la resistenza". Una criticità che Pellegrino e Organte considerano "grave". Tra le anomalie meno rilevanti, infine, i consulenti hanno citato la presenza di viti "più corte" di quanto avrebbero dovuto essere. Terminato l’esame dei consulenti della procura, il processo è stato aggiornato.

Al centro del dibattimento, lo ricordiamo, ci sono i lavori eseguiti nell’ambito dell’appalto tra la Spal 2013 (società concessionaria della gestione e dell’uso dello stadio comunale) e l’amministrazione, proprietaria dell’immobile. L’attività di indagine, lunga e articolata, portò a ben due sequestri di porzioni della struttura e a un complesso intervento per sanare alcune criticità. Cinque gli imputati: Giuseppe Tassi (legale rappresentante della Tassi Group, impresa appaltatrice delle opere), Lorenzo Travagli (progettista e direttore dei lavori), Domenico Di Puorto, Adelino Sebastianutti (in qualità di amministratori di fatto della Gielle Srl e della Pm Group) e Fabrizio Chiogna (collaudatore della curva est). Le accuse sono frode nelle pubbliche forniture e falso.