"Le mie nozze d’oro con il Palio" "Dal 2006 la sicurezza è garantita"

Gabriele Mantovani, presidente onorario di Santo Spirito, ha partecipato a tutte le edizioni dal 1971 "Le gare al sabato sera? Per attrarre turisti e far sì che questo evento non sia seguito solo dai contradaioli".

"Le mie nozze d’oro con il Palio"  "Dal 2006 la sicurezza è garantita"

"Le mie nozze d’oro con il Palio" "Dal 2006 la sicurezza è garantita"

di Mauro Paterlini

La memoria storica del Palio ferrarese è lui, Gabriele Mantovani, attuale presidente della Commissione immagine dell’Ente, nonchè presidente onorario di Santo Spirito. E forse nessuno meglio di lui può raccontare come si vivono queste ore che portano alla corsa di sabato sera.

Mantovani, a quante corse dei cavalli del Palio estense ha assistito?

"Dal 1971 in poi, le ho viste tutte e ho visto da vicino i cambiamenti che nel corso degli anni sono stati apportati alla manifestazione".

Uno dei cambiamenti principali sarà la notturna di sabato prossimo. Che ne pensa?

"Sono stato uno degli artefici di questa novità, l’ho caldeggiata perchè abbiamo bisogno di rendere questa manifestazione attrattiva anche per i turisti. Oggi il Palio è seguito soprattutto dai contradaioli, con la gara al sabato sera possiamo coinvolgere anche chi si ferma in città nel fine settimana e poi torna a casa la domenica pomeriggio. Non credo sia un’offesa alla tradizione ma un adattarsi a nuove esigenze. Il Palio si è sempre evoluto nel tempo".

Qualche esempio?

"Dal ’71 al 1987 si correva a batterie, poi dal 1989 si è iniziato a correre con otto cavalli".

La corsa per lei che rimane nella storia?

"Ne ho vinti sette, la scelta non è facile... Ma a parte le battute, penso agli anni Novanta, quando Ferrara è stata trampolino di lancio per fantini che poi hanno vinto il Palio di Siena. Penso a Luigi Bruschelli, per tutti ’Trecciolino’, che vinse con Santo Spirito nel ’92 e ’93, il primo che iniziò a studiare la corsa in modo diverso. E poi Andrea Mari, che oggi purtroppo non c’è più, che vinse con San Giacomo per poi spiccare il volo anche lui verso Siena".

Poi ci fu l’edizione più sofferta, quella del 2006. Uno spartiacque sul tema della sicurezza.

"Fino a quell’epoca si prendevano solo cavalli purosanue, anche se gli ippodromi non ne erano felici. Dal 2006 cambiò tutto e si optò per dei mezzo sangue, meno veloci e più robusti".

Ci furono feroci polemiche per quei due animali abbattuti.

"Ci diedero degli assassini, ma fu doloroso anche per noi. Per noi i cavalli non sono strumenti da sacrificare per vincere. E a chi ci accusa dico che abbiamo una clinica veterinaria molto preparata".

Il Palio farà qualcosa anche per la Romagna?

"Certo, ogni contrada si sta mobilitando per la raccolta con sottoscrizioni per essere al fianco dei nostri gemelli di Faenza, del Palio del Niballo".