Legale finisce a processo, prosciolta dopo la perizia

Riconosciuta una patologia psichiatrica che non consente di stare a giudizio. Ieri la sentenza del tribunale. La professionista è stata cancellata dall’albo. .

Era finita a processo con una serie di accuse pesanti. Dal patrocinio infedele alla falsificazione di un documento relativo a una richiesta di protezione internazionale. A denunciarla era stata proprio la cliente, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato, che alla fine non riuscì ad ottenere ricevendo un diniego. I fatti finiti al centro della vicenda giudiziaria risalgono al 2017. Il processo a carico dell’avvocato si è concluso ieri con una sentenza di non luogo a procedere. La donna è stata infatti giudicata non in grado di stare a giudizio a seguito da una perizia redatta dallo psichiatra Luciano Finotti su incarico del tribunale. A seguito della relazione dello psichiatra il procedimento era già stato sospeso una prima volta.

Alla ripresa dell’iter è stato però stabilito che la malattia della donna non è risolvibile e quindi è da ritenere in maniera ‘permanente’ non in grado di stare a processo. La stessa procura ha quindi concluso chiedendo per l’imputata il non luogo a procedere. Una richiesta che, viste le risultanze della perizia psichiatrica, il tribunale ha immediatamente accolto. Nel frattempo, la professionista (assistita in questo frangente dall’avvocato Daniele Borgia) è stata cancellata dall’albo degli avvocati. Stando a quanto emerso, la donna soffriva da tempo di una patologia psichiatrica, che negli ultimi tempi si era aggravata a seguito dei lutti per la morte di una sorella e del marito. Abbastanza da generare un quadro non compatibile con il processo penale.