Lettere anonime e proiettile. Arquà davanti al giudice per minacce e simulazione

La consigliera comunale chiamata a rispondere per le intimidazioni rivolte al vicesindaco

Lettere anonime e proiettile. Arquà davanti al giudice per minacce e simulazione

Lettere anonime e proiettile. Arquà davanti al giudice per minacce e simulazione

FERRARA

Rossella Arquà, consigliera comunale del gruppo misto, ex del Carroccio – dovrà presentarsi in Tribunale il sette ottobre prossimo, per l’udienza predibattimentale fissata davanti al giudice Sandra Lepore. La vicenda è quella che riguarda le lettere minatorie anonime e la busta contente un proiettile, lasciata nella buchetta delle lettere affissa fuori dalla sede della Lega. Arquà, quindi, è chiamata a rispondere delle accuse di minacce e simulazione di reato. Dopo l’avviso di fine indagini emesso dalla procura estense, infatti, è arrivato l’avviso di citazione a giudizio, che contiene dodici episodi che hanno portato alla contestazione dei reati suddetti.

"Lodi preparati che farai una brutta fine", oppure "Naomo guardati alle spalle perché noi ci siamo", e ancora "Lodi sappiamo che hai paura, occhio pure alla tua begnamina che apre": sono alcune delle frasi che sarebbero state vergate nelle lettere anonime recapitate al vicesindaco e in alcuni casi riguardanti anche la consigliera comunale oggi imputata: "Lodi Arquà sappiamo la paura che avete, sta arrivando la vostra fine con un colpo e basta". Tutti i fatti contestati si sono verificati tra l’aprile e il giugno del 2021.

Le indagini. Nel corso degli accertamenti disposti dalla procura di Ferrara, cordinati dal pm Isabella Cavallari, la consigliera stessa, in sede di interrogatorio, aveva ammesso di aver simulato i rinvenimenti delle lettere contro il numero due della giunta. Ma ha anche sottolineato di non essere assolutamente responsabile della lettera che conteneva un proiettile. Ma, soprattutto, sosterrebbe che Lodi, parte offesa in questa vicenda, avrebbe ideato con lei le lettere anonime. Ma il vicesindaco nega da sempre questo coinvolgimento e nel recente atto di citazione a giudizio, viene individuato dalla procura di Ferrara come parte offesa (assistito dall’avvocato Carlo Bergamasco). Da una parte quindi abbiamo Arquà (assistita dall’avvocato Fabio Anselmo) secondo la quale Lodi sarebbe stato a conoscenza di tutta la situazione relativa alle lettere anonime, mentre il vicesindaco nega fermamente che sia stato così.

" La vicenda Arquà è chiara da tempo. Ci sono due persone coinvolte: Lodi persona offesa e Arquà indagata – ha sempre sostenuto il vicesindaco – Le indagini sulla vicenda Arquà hanno chiarito che non non c’è alcun mandante, lei continua a mentire. Non vedo l’ora di essere in tribunale per capire che cosa ha raccontato Arquà. Sulle auto e sulle telecamere eravamo d’accordo con la Digos".

Una intricata vicenda giudiziaria che troverà un primo riscontro nell’udienza del 7 ottobre prossimo, quando Arquà è chiamata a presentarsi davanti al giudice Lepore nella fase predibattimentale (così come voluta dalla riforma Cartabia): in questo contesto l’imputata potrà presentare richiesta di essere giudicata con rito abbreviato, di patteggiare la pena o altri riti. Altrimenti il giudice, se lo riterrà opportuno, fisserà la prima udienza per l’inizio del processo.

re.fe.