"Libertà, giustizia e diritti umani. La città si unisce per questi valori"

L’assessore alla cultura Gulinelli: "Solo con la memoria si costrisce il futuro"

"Libertà, giustizia e diritti umani. La città si unisce per questi valori"

"Libertà, giustizia e diritti umani. La città si unisce per questi valori"

Tante le iniziative, come ogni anno, del programma messo in campo dal ‘Comitato provinciale 27 gennaio’ di Ferrara. Altrettanti sono stati i relatori, che hanno evidenziato, principalmente, come la "conoscenza porti alla cultura personale". "Ferrara – ha detto l’assessore alla cultura, Marco Gulinelli – si unisce per commemorare questo giorno ufficiale e per trasmettere valori di libertà, giustizia e diritti umani: questo programma offre diverse opportunità di riflessione, con numerose iniziative. L’augurio mio e del sindaco è che la città partecipi attivamente. Solo attraverso la conoscenza e la memoria possiamo costruire insieme un futuro migliore". In primissima linea, si trova il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis. "Teniamo ben presente che quanto succede, a livello internazionale, non deve prestare il fianco a recrudescenze di antisemitismo, com’è avvenuto in molti casi in passato e in questo momento, anche nelle sue manifestazioni più insidiose, come nell’antisionismo – così il direttore, Amedeo Spagnoletto –. Ovviamente, siamo consapevoli della tragedia mediorientale, che da tutte le parti coinvolge civili. Il nostro museo non si sottrae alla missione di fratellanza, rivolta a 360 gradi, in tutte le direzioni, sia su un versante che sull’altro". E sul coinvolgimento dei più giovani, "ormai il protagonismo degli studenti è consolidato, anche su questi contenuti – ha sottolineato Giovanni Desco, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale –. La conoscenza, affinché diventi cultura, è necessario che venga ‘rimasticata’ dallo studente". Il momento più emozionante, al di là della testimonianza di Carla Neppi Sadun, sarà l’intitolazione della scuola di San Martino a Bruno Farber. "Ringrazio il Comune e l’ufficio scolastico provinciale, che ha portato avanti questa cerimonia – chiosa Davide Guarnieri, direttore dell’Archivio di Stato – Bruno Farber è deceduto ad Auschwitz a neanche tre mesi di vita: quando ho saputo dell’intitolazione, mi è scesa una lacrima". f. f.