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Lite al bar a pugni, graffi e morsi. A processo i gestori e una cliente
Morsi, graffi, pugni, costole fratturate e denti rotti. È un’accesa lite iniziata in un bar di Argenta e terminata al pronto soccorso del ‘Mazzolani Vandini’ l’episodio finito al centro del processo che vede protagonisti due uomini e una donna, due dei quali nella duplice veste di imputati e persone offese. Il caso – scaturito da accuse reciproche – è approdato in aula nel pomeriggio di ieri davanti al giudice Alessandra Martinelli e al pubblico ministero onorario Stefania Borro. I fatti (il capo di imputazione parla di lesioni) si sono verificati tra il febbraio e il marzo del 2020. Da una parte c’è una donna di origine dominicana di 48 anni e dall’altra padre e figlio di origine campana di 64 e 26 anni, gestori del locale nel quale tutto è cominciato.
La prima parte della vicenda, stando all’impianto accusatorio, si sarebbe verificata in un locale di Argenta. In quell’occasione, al culmine di una discussione nata a seguito di dissapori e incomprensioni tra la cliente e i baristi, la dominicana avrebbe assalito il 64enne mordendogli il braccio sinistro e graffiandogli il volto. L’alterco tra i due sarebbe poi proseguito successivamente al pronto soccorso, dove la donna avrebbe di nuovo assalito l’uomo colpendolo con due pugni sul naso e sferrandogli un violento spintone, tale da farlo cadere sulle sedie della sala d’attesa. Aggressione che è costata alla vittima lesioni e fratture per una prognosi complessiva di trentadue giorni. Per questo filone di accuse è parte civile il più anziano dei due uomini. Quest’ultimo è poi imputato insieme al figlio sempre per lesioni. In particolare i due, al culmine della lite scoppiata al bar, avrebbero preso a pugni al volto la 48enne, causandole fratture e problemi della masticazione. Riguardo a queste contestazioni, la donna risulta persona offesa.
Ieri pomeriggio, si diceva, il caso è approdato in tribunale. L’udienza avrebbe dovuto essere dedicata all’audizione degli ultimi testimoni e alla discussione finale. Cosa che però non è successa, a causa del cambio di un difensore. Il legale subentrato ha quindi chiesto i termini a difesa. Accolta l’istanza il giudice ha rinviato al primo febbraio per le battute conclusive del processo.
Federico Malavasi