Lo spettacolo in piazza Ariostea. Saluto al popolo e il grido ’Este Viva’

Canti, suoni, luci e figuranti per una serata di festa e sold out. Lo show di contrade e Corte ducale. La consegna del gonfalone del ’De Domo Este’ da parte di San Giacomo apre le competizioni. .

Lo spettacolo in piazza Ariostea. Saluto al popolo e il grido ’Este Viva’

Lo spettacolo in piazza Ariostea. Saluto al popolo e il grido ’Este Viva’

Come si scrive un pezzo d’atmosfera su un palio che è tutto atmosfera? Si può iniziare dal Corteo storico che comincia in Castello. Ma non da una suggestione visiva, no. Da una suggestione sonora. Dal rumore dei tamburi che rimbomba sin dalle porte della città. Seguire il corteo col suono, percorrendo via Borgo dei Leoni, in parallelo con le contrade che in Ercole I d’Este già marciano al ritmo del ciottolato, per poi sbucare da piazzetta dei Combattenti e vedere lo spettacolo: una distesa eterogenea di colori alimenta la fantasia di chi osserva, carica gli animi di chi esegue. Palazzo dei Diamanti assiste assonnato, pronto a dare il ’La’ alla svolta finale: superata la boa del quadrivio, il corteo si dirige verso la meta, piazza Ariostea. La piazza che ispirava De Chirico e de Pisis è già colma di gente. Molti già bevono una birra: è un buon segnale. Si attivano i cellulari al primo suono di trombe, pronti a riprendere l’emozione del tramonto che accompagna le bandiere. Sono ormai le 19:45.

La contrada in testa alle colonne, Borgo San Luca, entra in scena e si appresta a percorrere l’ovale. Seguono Santo Spirito, che ha vinto il premio per il Magnifico Corteo, San Giovanni, San Giorgio, Santa Maria in Vado, San Paolo, San Benedetto, San Giacomo. Intanto, sotto il colonnato della San Vincenzo si consuma un banchetto; al piano di sopra, qualche suora si affaccia facendosi strada con lo sguardo tra le fronde di un albero un po’ troppo ingombrante, che copre la piazza. I putti e le putte si scaldano: bisogna correre, questa sera. Bisogna correre molto. Qualcuno vincerà. Qualcuno verrà consolato: ci riproverà l’anno prossimo. Sulla testa di Ludovico Ariosto, che troneggia un po’ sornione al centro della piazza, un drone di ultimissima generazione scatta qualche immagine aerea, circondato da una manciata di uccellini incuriositi. Cosa vede, da lassù? Vede che il clima della Ferrara di Borso, primo duca estense, si mescola con il tempo nostro, che lo fa in modo naturale. Intanto il corteo prosegue la sua marcia. Ormai tutte le contrade sono state presentate. Manca la Corte Ducale. Ogni strumento cessa di muoversi. Il silenzio crea attesa, fino a quando i tamburi del gruppo unico, all’ombra del vessillo con l’aquila estense, iniziano a suonare. San Giacomo consegna il gonfalone del "De Domo Este" alla Corte Ducale: a fine Palio, andrà nelle mani di chi si aggiudicherà questa nuova edizione, che si può dire finalmente aperta dalla lettura dell’araldo di corte, lettura iniziata con il saluto al "Popolo nostro de Ferraria" e terminata al grido condiviso di "Este Viva". Che vinca il migliore.

Francesco Franchella