FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

L’odissea dei disabili in centro: "Monopattini e bici: una giungla. Servono ausiliari per i controlli"

Il nostro tour per le vie della ’piazza’ con il segretario del comitato per le disabilità. Veicoli in mezzo ai marciapiedi e sacchi abbandonati. Bertoncelli:" Per noi girare è impossibile".

L’odissea dei disabili in centro: "Monopattini e bici: una giungla. Servono ausiliari per i controlli"

L’odissea dei disabili in centro: "Monopattini e bici: una giungla. Servono ausiliari per i controlli"

Nella giungla urbana l’esercizio più difficile è muoversi. A piedi, sui marciapiedi, se s’incappa in un ostacolo ci si sposta. E se si è in carrozzina? "I disabili sono costretti a trovare percorsi alternativi, oppure è tornare indietro. Tra monopattini abbandonati malamente, sacchi dell’immondizia davanti ai portoni e biciclette chiuse ai pali senza criterio, è diventato un inferno". Ieri mattina abbiamo provato a raccontarlo quell’inferno, accompagnati da Fausto Bertoncelli (segretario del comitato dei disabili), in giro per le vie del centro storico. Partiamo da galleria Matteotti. Tutto liscio, fino a via Cairoli. Lì incappiamo nei primi due ostacoli. I monopattini sono parcheggiati esattamente al centro dei camminamenti pedonali. Per cui, l’unico modo per attraversare la via, è stare al centro. Sì, perché sia sul lato sinistro che sul lato destro i veicoli elettrici sono posizionati in modo tale che – forse – riesce a passare un pedone ’di taglio’. E con la carrozzina? Evidentemente no. Proseguiamo verso corso Giovecca. All’angolo tra viale Cavour e via degli Spadari ce ne sono un paio poggiati l’uno contro l’altro all’estremità del marciapiede. Poco prima dell’ingresso delle poste centrali. Ci dirigiamo verso la zona della stazione. Dall’altra parte del contro-viale incrociamo via Ariosto. Qui ci fermiamo. E Bertoncelli inizia a indicare i primi punti di difficoltà. Davanti a noi una schiera di biciclette sono chiuse ai pali, ingombrano il marciapiede e ne rubano una porzione. Quei centimetri che sarebbero essenziali per far passare un disabile a bordo del suo ausilio. E invece? "Questo – spiega il segretario del comitato disabili – è il classico esempio di strada, per noi, rischiosissima. Non solo perché a un certo punto il percorso pedonale si restringe, ma perché è occupato dalle biciclette che, anziché essere posizionate nelle rastrelliere o chiuse in punti più idonei, vengono lasciate così abbandonate in mezzo al marciapiede". A questo punto, aggiunge Bertoncelli, "non ci resta molto da fare: o scendiamo dal marciapiede, invadendo pericolosamente la carreggiata e dovendo comunque trovare una discesa per poterlo fare, oppure torniamo indietro". Ma non è finita. Il nostro urban jungle tour ci porta tra via De Pisis e via Previati. Praticamente nel parcheggio di fronte al museo di storia naturale. E qui, la scena, se vogliamo è tra le peggiori. Il protagonista del grande inciampo è sempre il monopattino. Lo troviamo poco distante dalla macchinetta per pagare il parcheggio. E fin qui, teoricamente nulla di male. Peccato che fosse stato parcheggiato nel bel mezzo del marciapiede. In obliquo. Quindi non solo non era possibile il passaggio per i disabili in carrozzina, ma anche per i pedoni. Geniale, insomma. A due stalli di distanza, un altro capolavoro di ingegneria: una bicicletta legata a una grondaia, accanto a una macchina. Roba che il guidatore per poter accedere al veicolo si dovrà imbattere in una durissima prova di salto in alto (per schivare i pedali, a pochi centimetri dalla portiera). Insomma, un disastro. E non va meglio neanche in via Lucchesi dove – come potrete vedere dalle foto a corredo del servizio – il roll-up informativo di un’attività della zona è stato posizionato, esattamente al centro del marciapiede. Torniamo verso il centro. Imbocchiamo via Voltapaletto. Questa volta al centro del marciapiede non ci sono ne bici, ne monopattini. Ma un sacco della spazzatura che verdeggia solitario. "E qui, come faccio a passare?", chiede Bertoncelli. C’è poco da fare: tornare indietro e scendere dal marciapiede. Schivare le biciclette che arrivano da entrambi i lati (anche in contromano) e guadagnare la salita successiva. Voltiamo per Vignatagliata e ci immergiamo nella passeggiata mattutina di via Mazzini, in una giornata che sa di primavera. Bertoncelli si ferma in mezzo alla strada e scatta una fotografia. Ci fa notare la concomitanza di una bicicletta in mezzo alla strada e, poco lontano, una sedia di una distesa.

"Il grosso problema di questa inciviltà diffusa, in particolare sull’abbandono dei monopattini – scandisce – è che non c’è alcun tipo di controllo. Come comitato disabili abbiamo avuto un incontro con il Comune qualche tempo fa in cui abbiamo avanzato una proposta: individuare punti specifici (tipo rastrelliere) in cui raggruppare i monopattini e assegnare delle funzioni di controllo agli ausiliari del traffico. Sennò, in queste condizioni, per anziani e disabili diventa sempre più complesso girare". Ci salutiamo all’angolo con via Armari. Vediamo una bici elettrica posizionata in lontananza. È attaccata al muro, ma pare si riesca a passare. Almeno da lì.